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Red 1 aprile 2019
Bono: primo matrimonio in lingua sarda
La formula è stata tradotta con la supervisione dell’Istituto Camillo Bellieni. «È un momento storico per la nostra comunità», ha dichiarato il sindaco Elio Mulas
Bono: primo matrimonio in lingua sarda

BONO - Hanno pronunciato il fatidico “sì”, anzi “emmo”, unendosi in matrimonio nella lingua del cuore, quella sarda, nella Sala delle adunanze del Comune di Bono, paese di antiche tradizioni e patria di Giovanni Maria Angioy. Così, Anselmo Serra e Roberta Dalle Molle, grazie alla sensibilità dell’Amministrazione comunale del capoluogo del Goceano ed al lavoro dello Sportello linguistico coordinato dall’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, hanno potuto coronare il proprio sogno d’amore in un modo del tutto singolare. Nessun abbaglio folcloristico e nessuna passerella in costume. Solo il desiderio di riappropriarsi della lingua materna, anche in quegli aspetti più segnanti e memorabili della vita, come l’unione di coppia.

Tutto è partito dalla volontà della novella sposa, veneta della provincia di Vicenza, arrivata da otto anni in Sardegna proprio per amore di Anselmo, bonese d’adozione ma di origini ogliastrino-galluresi. Laureata in Scienze religiose con formazione in cultura classica, la donna si è avvicinata al sardo frequentando i corsi del Bellieni a Sassari: nelle aule dell’istituto, oltre a scoprirsi profondamente appassionata di questo idioma così vicino al latino, ha appreso dell’esistenza di una normativa nazionale che tutela le minoranze linguistiche. E proprio attraverso i finanziamenti della legge 482, lo sportellista Salvatore Canu ha potuto tradurre passo passo gli atti di matrimonio, gli articoli attinenti del Codice civile e le formule di rito. Il tutto, sotto l’attenta supervisione del direttore scientifico del Bellieni Michele Pinna e dell’esperta e docente di lingua sarda Daniela Masia Urgu. «Il vostro popolo è molto simile al mio perché è un popolo forte – ha commentato Roberta, con visibile commozione – ha una grande dignità, per cui io mi sono trovata praticamente a casa. Così ho sposato un sardo e la sardità. È il miglior regalo che potessi fare al mio uomo».

Ma se per la burocrazia gli atti ufficiali hanno validità solo attraverso la celebrazione in Italiano, l’intuizione è stata quella di aggirare l’ostacolo realizzando una doppia cerimonia bilingue. Così, il sindaco Elio Mulas ha prima officiato il rito come da manuale, e subito dopo la delegata alla Cultura Francesca Ciancilla ha scandito le medesime formule in lingua sarda, seguendo rigorosamente le traduzioni del Bellieni di fronte agli sposi, ai testimoni e ad un pubblico emozionato e un po’ incredulo. «Oggi per il Comune di Bono è una giornata storica – ha commentato il primo cittadino Mulas – Questo è il primo matrimonio celebrato in forma bilingue nella nostra comunità. La preoccupazione iniziale è stata soppiantata dalla garanzia di godere della supervisione dell’Istituto Bellieni, tra i più quotati nell’Isola in materia di bilinguismo, e di un esperto come il nostro concittadino Michele Pinna, che da studioso si è sempre impegnato nella valorizzazione della lingua e della cultura sarda».

Nella foto: un momento della cerimonia



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