ALGHERO - Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno inviato un esposto alle pubbliche amministrazioni statali (Ministero per i beni e attività culturali e Soprintendenza ai beni ambientali di Sassari), regionali (Presidenza della Regione, Assessorato regionale dell’urbanistica, Servizio tutela del paesaggio di Sassari) e locali (Comune di Alghero), al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari richiedendo puntuali informazioni a carattere ambientale ed interventi specifici in relazione ai lavori in corso di esecuzione sulla costa di Punta Negra, in area rientrante nel parco naturale regionale “Porto Conte”, in un sito di importanza comunitaria, tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale. «Aree costiere fino a poche settimane fa mèta di turisti e bagnanti ed oggi precluse –denuncia Stefano Deliperi- è in corso di realizzazione infatti una recinzione in muratura e rete metallica fino a pochi passi dalla battigia marina, con l’asportazione della macchia mediterranea, su terreni molto probabilmente ceduti negli anni scorsi (1998-1999) dalla società in mano pubblica S.B.S. s.p.a. a Privati. Forse la società turistica che gestisce l’Hotel Punta Negra –azzarda il portavoce dell’associazione ecologista- non si ha notizia della presenza del necessario cartello “inizio lavori”». Di sicuro la vicenda riporta alla ribalta la sorte dei numerosissimi terreni costieri di proprietà di società il cui capitale è detenuto, a vario titolo, dalla Regione autonoma della Sardegna, ricorda Deliperi, e che dovrebbe esser destinato, visto il loro interesse ambientale, alla recentemente costituita (art. 16 della legge regionale n. 2/2007) Agenzia della Conservatorìa delle coste della Sardegna, ma tuttora non ancora operativa. Una grave carenza che dovrebbe essere assolutamente colmata in tempi brevi.

(foto concessa da Photocredit Alghero Cronache, www.algherocronache.it)