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A.B. 11 ottobre 2007
Anche Fortza Paris dice No alla Statutaria
«Si al presidenzialismo, ma dal volto umano» dichiarano all’unisono gli esponenti del partito riunitosi ieri in una conferenza stampa
Anche Fortza Paris dice No alla Statutaria

CAGLIARI – Un altro No, “chiaro e deciso”, alla legge statutaria arriva da Fortza Paris, che ritiene il referendum del 21 Ottobre una data importante per scardinare il “superpresidenzialismo di Soru” e riportare la democrazia popolare nella vita politica della regione. «La statutaria – ha detto, in conferenza stampa, il presidente del partito, Gianfranco Scalas – non ha coinvolto le autonomie locali ed è stata interamente gestita da una maggioranza impegnata a difendere la linea “dell’uomo solo al comando”. Dalla Costituente alla Consulta, che dovevano determinare il coinvolgimento nella riscrittura delle nuove regole tutti i sardi, e dopo il loro naufragio, si è giunti a scelte oligarchiche che, sicuramente, non rappresentano il nuovo corso verso il quale tende la società sarda». «Lo statuto è vecchio – ha detto il capogruppo Ladu – e va rivisitato. C’è l’impegno di Fortza Paris per una proposta popolare, che sarà presentata ai sardi». La maggioranza di Centrosinistra rallenta il processo della nuova carta costituzionale, per trarre benefici da una statutaria che non risolve, ma legittima l’esasperazione del presidenzialismo, il conflitto di interessi, la mancata parità tra i generi (lo ha sottolineato Maria Teresa Portoghese). Pasquale Onida, segretario del partito, ha rivolto un appello «ai sardi ed ai nostri amici perché vadano a votare e votino No per riprendere, insieme, un percorso che garantisca, ha detto, regole democratiche per la crescita della società civile. Non siamo contro il presidenzialismo – ha aggiunto – ma vogliamo un presidenzialismo dal volto umano, che non offenda la cultura democratica della regione». La crisi della politica è percorsa da fremiti di neo illuminismo, una sorta di nouvelle vouge della politica, che non ama il confronto e pretende di trovare, senza il confronto con la gente, soluzioni puramente teoriche. «L’insuccesso della giunta Soru, testimoniata dalla crisi dei settori produttivi e dall’aumento delle povertà, dimostra – ha concluso Onida – che questo percorso non è utile alla Sardegna». Cancellando la legge statutaria, si può tornare serenamente al lavoro per riscrivere regole condivise da tutti i sardi, non solo (ma in parte; le defezioni nella maggioranza sono note) di chi governa.



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