Red
5 febbraio 2019
«Campi allagati e arati dai cinghiali»
«Allagamenti, cinghiali che scorrazzano liberamente, mancanza di linee elettriche. L’agricoltura del nord Sardegna rischia di andare in tilt». Questo l´allarme lanciata dalla Coldiretti nord Sardegna
SASSARI - Allagamenti, cinghiali che scorrazzano liberamente, mancanza di linee elettriche. L’agricoltura del nord Sardegna rischia di andare in tilt. Nella Bassa Valle del Coghinas ci sono aziende trasformate in laghi. Sono praticamente sommerse dall’acqua e rendono impossibile qualsiasi tipo di coltura o pascolarli. Un danno incredibile per le aziende agricole ormai debilitate oltre che dal clima impazzito anche dall’incuria e ritardi degli enti preposti e da una burocrazia che sta oramai imponendo i suoi tempi sempre più lenti e deleteri per le imprese. Raccontare la situazione che si sta vivendo nelle campagne della Bassa Valle del Coghinas non rende l’idea, ci sono perdite importanti dovute alla mancata manutenzione dei canali gestiti dal Consorzio di bonifica.
Sono tante le segnalazioni di disagio arrivate agli uffici della Coldiretti da Badesi e dai Comuni del territorio. «Una situazione incredibile – sottolinea il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu – e da anni che ci ripetiamo le stesse cose, ma purtroppo non cambia nulla, anzi. E’ fondamentale la manutenzione ordinaria e straordinaria, perché cosi si creano danni che vanno ben aldilà dei costi necessari per questi lavori e che pagano come sempre le imprese agricole. Non vogliamo entrare nelle polemica di chi è la responsabilità, spesso dovute ad una burocrazia che sta ingessando tutti gli enti e sta imponendo tempi che strozzano le imprese. Ma è fondamentale programmare e far si che questi lavori siano non solo fatti con costanza, ma anche nei tempi giusti».
E dove non sono allagati i terreni sono arati dai cinghiali, sempre più numerosi e fuori controllo. «Sono un incubo per gli imprenditori soprattutto in Gallura e Anglona – evidenzia il direttore di Coldiretti nord Sardegna Ermanno Mazzetti – perché sono sempre di più e non hanno gli strumenti per contrastarli. Dove passano distruggono. Gli allevatori si ritrovano senza pascolo per gli animali e gli agricoltori con le colture rovinate, oltre a recinzioni. Serve un intervento immediato. Siamo disponibili a qualsiasi soluzione partendo dal presupposto che il problema esiste e che i mezzi fin qui adottati per contrastarli non hanno funzionato». «In queste condizioni, le imprese agricole non possono essere competitive - conclude Cualbu - Non possiamo programmare una impresa sperando che non piova troppo, ma neanche poco o che i cinghiali siano clementi. Cosi come ci mancano le infrastrutture basilari. Come possiamo per esempio fatturare elettronicamente quando non abbiamo linee stabili?».
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