Red
5 febbraio 2019
Memoria e modernità: progetto Egea a Fertilia
La Cooperativa Solomare vuole promuovere un intervento di riqualificazione in chiave ambientale-storico-culturale di un’area di proprietà regionale, posta sulle rive del Calich, con la creazione di un Museo etnografico all’aperto denominato “Egea” in cui, oltre a favorire la riscoperta della storia della comunità di Fertilia e della nascita della Città di fondazione, vuole promuovere la riscoperta delle tradizioni del luogo partendo dalla gastronomia e dai prodotti del territorio
ALGHERO - La Cooperativa Solomare vuole promuovere un intervento di riqualificazione in chiave ambientale-storico-culturale di un’area di proprietà regionale, posta sulle rive del Calich, con la creazione di un Museo etnografico all’aperto denominato “Egea” in cui, oltre a favorire la riscoperta della storia della comunità di Fertilia e della nascita della Città di fondazione, vuole promuovere la riscoperta delle tradizioni del luogo partendo dalla gastronomia e dai prodotti del territorio. Al progetto parteciperanno alcuni soci della Cooperativa ed alcuni collaboratori esterni, che apporteranno competenze specifiche relative ai vari aspetti del progetto. Il progetto Egea parte dalla volontà dei soci della Cooperativa sociale Solomare di mantenere accesa una luce sulla storia dei Fertilia e più precisamente della comunità giuliano-dalmata, che ne completò la costruzione, interrotta durante la Seconda guerra mondiale.
Una memoria che parte dalla storia di una migrazione colossale, che ha interessato un intero popolo (si parla di un numero che va dai 250mila ai 350mila esuli), fino al recupero di tradizioni, memorie, ricordi e soprattutto fatto di interazione con un ambiente naturale, quello di Fertilia in Sardegna, che per molti di loro ha rappresentato una meta di arrivo ed una seconda casa. Un museo per non far calare mai l’oscurità su fatti e vicende “che per decenni sono state mantenute nascoste da “Interessi” politici ed equilibri che hanno impedito che una pagina di storia così importante e dolorosa potesse essere conosciuta. Un atto di rispetto per un popolo la cui identità storica e culturale si è voluta cancellare attraverso una polverizzazione dapprima in circa duecento campi profughi, e successivamente attraverso una separazione fisica, ma per fortuna non culturale ed ideale, in quasi tutto il pianeta”.
Il progetto prevede complessivamente undici step. Già realizzati i primi tre, dalla riqualificazione dell’area oggetto dell’intervento (2016/2017) alla realizzazione del ricovero dei pescatori (2017), fino alla ristrutturazione delle “Officine” lo scorso anno. In avvio questo mese la raccolta dei dati e della documentazione storica, mentre sono in attesa di finanziamento la predisposizione dei dati raccolti e contenuti per multimedialità; la preparazione e la definizione di filmati, dei video e della documentazione; la realizzazione del percorso e l'allestimento delle passerelle; l'installazione di pannelli espositivi esterni; la realizzazione di interventi strutturali (Teche espositive); l'acquisto di attrezzature e di apparecchiature multimediali. L'ultimo step, in programma a settembre 2020, sarà l'attivazione completa del Museo.
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