Red
12 gennaio 2019
Danni nei campi oristanesi dalla fauna selvatica
«Urgente riavviare un tavolo di confronto e iniziative organiche di contrasto», chiedono i vertici di Coldiretti Oristano
ORISTANO - Sono numerose le specie della fauna selvatica che causano seri danni all’attività degli agricoltori ed allevatori oristanesi. Una problematica che Coldiretti Oristano segue con attenzione da anni, in considerazione della estrema rilevanza ed impatto sul territorio. Cinghiali, nutrie, cornacchie e storni sono le specie che creano i maggiori disagi nei campi. Le lamentele dal territorio (mai venute meno) ripartano con vigore in questi giorni con le segnalazioni delle attività distruttive dei cinghiali nel Comune di Cabras. Con una pressione degli animali cresciuta negli anni a dismisura e con diffusione incontrollata, gli agricoltori segnalano continui ed ingenti danni alle colture poliennali, alle ortive, alle foraggere ed ai cereali. Un recente incontro tra l’Amministrazione comunale, le aziende agricole di Cabras ed i rappresentanti di Coldiretti, ha evidenziato un problema in continuo aumento.
Più volte, Coldiretti Oristano ha sollecitato le Istituzioni regionali ad istituire tavoli di lavoro e ad avviare iniziative per affrontare con piani organici strutturati ed efficienti la questione della fauna dannosa. Spesso, con richieste e missive indirizzate direttamente agli assessori regionali all’Ambiente Spano ed all’Agricoltura Caria. Con un duplice obiettivo: evitare, dove possibile, il semplice abbattimento delle specie attivando misure alternative efficaci e chiedendo il giusto indennizzo per i danni causati alle imprese agricole e zootecniche. Riguardo ai cinghiali, che rappresentano un problema regionale, nazionale ed europeo, la pressione in vari territori non è più sostenibile per le attività di agricoltori ed allevatori. Occorre attivare piani di contenimento mirati anche alla cattura ed alla diminuzione della specie, in considerazione del fatto, che, oltre agli abbattimenti della stagione venatoria, la specie non possiede grandi antagonisti per incidere in modo rilevante sui numeri.
«Tuttavia - rimarca Gianni Ferrari, presidente della sezione Coldiretti di Cabras - occorre intervenire in modo organico. Serve un monitoraggio della specie in tutto i territorio oristanese per comprendere, finalmente, i numeri reali degli animali e, conseguentemente, intervenire nelle aree con maggiore pressione, anche con deroghe sulla tempistica della caccia e sulle superfici interessate». «Su questa e le altre tematiche inerenti i nocivi – evidenziano il presidente ed il vicedirettore Coldiretti Giovanni Murru ed Emanuele Spanò - auspichiamo ancora un confronto risolutivo per le varie questioni. Riteniamo urgente un confronto con associazioni agricole, agricoltori, esperti e Istituzioni regionali per definire una strategia efficace sulla problematica. Occorre attivare un percorso virtuoso ed articolato - concludono - dove gli abbattimenti sono solo un tassello di un piano teso a salvaguardare le produzioni essenziali per l’economia della nostra provincia e per contribuire al ripristino di un equilibrio ambientale, in molti ambiti evidentemente compromesso».
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