Red
18 dicembre 2018
Terre pubbliche: Pigliaru ad Orune
Sabato mattina, il presidente della Regione autonoma della Sardegna, con gli assessori regionali degli Enti locali Cristiano Erriu e della Difesa dell´ambiente Donatella Spano, ha partecipato al dibattito organizzato dalla Copagri
ORUNE - Francesco Pigliaru, nuovamente ad Orune, è intervenuto sabato mattina nel corso del dibattito organizzato dalla Copagri sulla valorizzazione delle terre pubbliche per lo sviluppo delle zone interne. Prendendo spunto dallo storico depauperamento del pascolo nelle terre comuni della Scozia, il presidente della Regione autonoma della Sardegna ha indicato la necessità di coordinamento e regole di governo condivise, per poter cogliere le opportunità legate alle terre civiche. «Tepilora - ha dichiarato Pigliaru - è uno dei grandi attrattori della Sardegna. Molto futuro è in questo parco, eccellenza internazionale che deve essere arricchita di contenuto. E per questo serve che anche le comunità contribuiscano con le loro idee progettuali. Da parte nostra, abbiamo messo risorse anche per valorizzare l'area archeologica di Sant'Efis e gli scavi archeologici più in generale. Le proposte devono potersi sommare tra loro per costituire, assieme, qualcosa di abbastanza forte da poter competere nei mercati internazionali».
Presente anche l'assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu, che è intervenuto nel merito degli usi civici come bene paesaggistico di interesse collettivo non appartenente solo alle comunità sui cui territori insistono, ma a tutta la comunità nazionale. «Rispetto al più tradizionale utilizzo agrosilvopastorale, una recente sentenza della Corte costituzionale ha riconosciuto la rilevanza socio economica dei progetti di conservazione e valorizzazione, che tiene conto delle opportunità paesaggistiche e utilizzo in chiave turistico e ambientale, in base alle disposizioni della Legge Galasso e del Codice del paesaggio. Non i Comuni, ne la Regione possono più governare da soli questi processi, ma interviene lo Stato, con il Ministero dei Beni culturali, che giudica sull'impatto paesaggistico degli eventuali atti di governo del territorio», ha spiegato Erriu, che ha poi espresso la necessità che i Comuni si alleino a livello di territorio sovracomunale e si dotino delle competenze tecniche-scientifiche necessarie alla pianificazione.
Del rilievo della prima Legge forestale della Sardegna che, mirando alla tutela ed alla valorizzazione anche il chiave economica del bosco, ha riconosciuto le filiere dei prodotti del bosco, legnosi e non legnosi, ed individua dunque una selvicoltura attiva e sostenibile, ha parlato l'assessore regionale della Difesa dell'Ambiente Donatella Spano. «Dobbiamo governare il bosco - ha detto Spano - non rimanere a vincoli inadeguati e fuori dai tempi. Servono invece nuovi investimenti in ambito agronomico e forestale, servono tecnici capaci di intervenire nei territori. La Legge 8 mette insieme tutto questo e trova una soluzione, anche tra parte pubblica e privata, nelle pianificazioni di dettaglio a cura delle Amministrazioni comunali. In tal modo, si possono conciliare le esigenze intorno al comune obiettivo di tenere attiva la nostra forestazione e produzione», ha concluso l'assessore, ricordando la funzione di protezione legata alla presenza dell'uomo nei terreni, l'esigenza di lavorare sulle competenze e di diffondere una mentalità maggiormente legata alla sostenibilità.
Nelle foto: un momento dell'incontro
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