Alberto Zanetti
10 dicembre 2018
L'opinione di Alberto Zanetti
Si permetta ai sardi di pescare il pesce spada
Nell’anno 2013, la Comunità Europea istituiva un Piano d’azione per il rispetto delle norme della politica comune della pesca. In virtù del suddetto piano, l’Amministrazione italiana adottò, con decreto del 3 giugno 2015, a firma del ministro Martina, misure tecniche per ridurre il numero di imbarcazioni autorizzate alla pesca del pesce spada nel Mediterraneo con l’attrezzo del Palangaro. In poche parole, in base al decreto citato, chi voleva continuare a pescare il pesce spada doveva dimostrare, dall’oggi al domani, di aver pescato nel triennio 2011–2014 almeno 750chilogrammi di pesce spada, fornendo la necessaria documentazione. A seguito della norma, solo poche barche, in Sardegna, entrarono a far parte dell’elenco di quelle autorizzate alla pesca del pesce spada per il triennio 2015-2018, sino al mese di febbraio 2019.
Le barche che vorranno, da febbraio 2019, continuare a pescare il pesce spada dovranno, per ottenere il rinnovo dell’autorizzazione, dimostrare di aver pescato nel triennio trascorso almeno 750chilogrammi di pesce spada. Inoltre, il Ministero disporrà la cancellazione immediata e definitiva dall’elenco delle barche autorizzate in caso di accertata assenza di catture, per un periodo pari a due annualità consecutive. Ancora una volta delle norme generali calate dall’alto pongono in seria difficoltà la categoria dei pescatori sardi, senza tener conto che i tempi e i modi della pesca sono dettati da fattori diversi e incognite, quali le condizioni meteo, la presenza o meno di pescato, la richiesta del mercato e le mille difficolta che ogni giorno la categoria dei pescatori deve affrontare. Siamo certi che tali incognite non possono assolutamente diventare discriminanti per i nostri pescatori.
In Sardegna, infatti, le poche barche autorizzate alla pesca del pesce spada sono piccole barche che svolgono anche altri tipi di pesca quale, ad esempio, quello dell’aragosta, su cui si concentrano durante il periodo consentito dalla Regione Sardegna (che va da marzo a quello estivo), considerato anche l’incremento di richiesta estiva, dovuto dai grandi flussi turistici in Sardegna. La maggior parte dei pescatori sardi si dedicano alla pesca del pesce spada a partire dal mese di settembre e spesso le condizioni meteo non permettono di effettuare ingenti catture tali da poter soddisfare i quantitativi richiesti per il mantenimento dell’autorizzazione. A tal proposito, interpelleremo le forze di Governo, in particolare chiediamo l’attenzione del ministro Centinaio, affinchè questo ulteriore colpo a danno della Marineria sarda venga bloccato e si permetta alle barche già presenti negli elenchi di poter proseguire l’attività di pesca a prescindere dai quantitativi catturati. Non vorremmo passasse il concetto che chi cattura più pesce abbia maggior diritto rispetto a chi, per svariati motivi, invece non è riuscito.
* coordinatore dei Riformatori sardi di Alghero
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