Red
28 novembre 2018
Ad Alghero, la realtà dell´Anarchitetto
L´incontro, in programma domani pomeriggio, nelle aule del Complesso Santa Chiara, è organizzato da DecaPro/Master in Diritto ed economia per la cultura e l’arte nella progettazione dello sviluppo territoriale
ALGHERO – Domani, giovedì 29 novembre, dalle 16.30, nel Complesso Santa Chiara di Alghero, prosegue la rassegna “Das/Diritto arte e società”, organizzata dal master DecaPro, Master di secondo livello in Diritto ed economia per la cultura e l’arte nella progettazione dello sviluppo territoriale. “La realtà dell’Anarchitetto” è il titolo dell’incontro a cura di Manuela Gandini, con la partecipazione di Gianni Pettena, esponente dell’Architettura radicale italiana con gli Archizoom, Archigraam ed Ufo. Un panorama culturale denso di progetti utopici nel quale, da una parte e l'altra dell'Atlantico, Pettena realizza performance che capovolgono il paradigma progettuale dell'architettura. Anziché progettare su carta, l'anarchitetto (così si definì parafrasando Marcel Duchamp) agisce direttamente sul territorio e la realtà sociale con operazioni impermanenti in scala 1:1, che intervengono sul “ready made” urbano. La partecipazione è aperta a tutti gli interessati. Gli incontri (curati da DecaPro/Master interdipartimentale in diritto ed economia per la cultura e l'arte nella programmazione dello sviluppo territoriale) sono organizzati in collaborazione con Sentieri contemporanei, palinsesto di dialogo tra arte, scienza e formazione.
Oltre ad essere architetto, artista, docente e critico, Gianni Pettena è tra i fondatori del movimento dell’Architettura radicale. Dagli Anni Sessanta, conduce, con progetti, installazioni, mostre e scritti teorici, un’attività sperimentale per eliminare i confini disciplinari. Sia nell'attività di artista, sia in quella accademica, ricerca le connessioni tra le proposte delle generazioni più giovani ed il retaggio della sperimentazione iniziata negli Anni Sessanta. Il suo lavoro, soprattutto quello del cosiddetto periodo “americano”, assume un particolare valore sia per la sua specificità all’interno della sperimentazione radicale degli Anni Sessanta e Settanta, sia per i suoi influssi sul mondo dell’architettura, del design e dell’arte contemporanea. Sue opere sono in numerose collezioni private e nelle collezioni permanenti di gallerie ed istituzioni, tra cui quelle del Centre Pompidou di Parigi, del Frac centre di Orléans e dell’archivio storico della Biennale di Venezia. Il suo lavoro è stato presentato in musei ed istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori museum di Tokyo, il Pac di Milano, il Barbican center di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, la Secession di Vienna, la Biennale di Berlino ed il Padiglione Italia all’Expo 2010 di Shangai.
Gandini è critica d’arte, giornalista, curatrice indipendente. Scrive per il quotidiano La Stampa ed è redattrice del mensile culturale “Alfabeta2”. Insegna “Critical writing” alla Naba di Milano per il Biennio di Studi curatoriali. Ha collaborato con “Il Giorno”, “Il Sole 24 ore”, “Diario” ed “Arte”. Dal 2002 al 2007, ha diretto lo spazio multidisciplinare Artandgallery a Milano. È autrice di numerosi saggi tra i quali “1990-1962 Ubi fluxus ibi motus”, di artisti vari (Mazzotta, Milano 1999); “Jean Toche. Intollerance” (edizioni Mudima, Milano 2010); “Affresco live. Storia di un incontro” (Postmedia books, Milano 2008); “Ileana Sonnabend. The queen of art” (Castelvecchi, Roma 2008). Ha lavorato su temi estremi a Sarajevo durante la guerra nel 1994-95. Collabora con l’artista Michelangelo Pistoletto e la Fondazione Cittadellarte ed è ambasciatrice del Terzo Paradiso.
Nella foto (di Gianni Pettena): l'Ice house di Minneapolis
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