Stefano Deliperi
19 gennaio 2004
Condono edilizio, la Regione conferma la sua inesistenza
La commissione permanente "urbanistica" del Consiglio regionale ha licenziato la proposta di legge sul recepimento nell´Isola della sciagurata legge sul nuovo condono edilizio. La denuncia del Gruppo d´Intervento Giuridico e Amici della Terra
Nei giorni scorsi la commissione permanente "urbanistica" del Consiglio regionale - con l´assenza della maggioranza dei suoi componenti effettivi - ha licenziato la proposta di legge sul recepimento nell´Isola della sciagurata legge sul nuovo condono edilizio (decreto-legge n. 269/2003, convertito con modificazioni nella legge n. 326/2003). Di decente i pochi componenti della Commissione - tutti appartenenti al centro-destra - hanno inserito, come non potevano non fare, l´esclusione del condono per gli abusi edilizi realizzati nelle aree dove sono vigenti vincoli di inedificabilità. Non sono minimamente state esaminate le altre due proposte di legge presentate in materia, la n. 482 del 3 novembre 2003, primo firmatario l´on Dore (che propone la totale inapplicabilità della normativa nazionale sul condono edilizio) e la n. 507 del 13 gennaio 2004, primo firmatario l´on. Morittu. Ora, secondo i commissari proponenti, i Comuni sardi dovrebbero, visto che non sono neppure previsti incrementi alle oblazioni, pagarsi integralmente le opere di urbanizzazione primaria.
Geniale esempio di tutela degli interessi pubblici. Meriterebbero almeno una menzione d´onore da parte del Ministro Tremonti.
Qualcosa di più meriterebbe, invece, il T.A.R. Sardegna che, con l´ordinanza della II sezione n. 2/2004 del 14 gennaio 2004, afferma che il "condono edilizio" è materia interdisciplinare ed attiene in particolar modo alla materia "finanza pubblica statale": "la natura interdisciplinare dell´intervento legislativo è d´ostacolo a una soluzione interpretativa che ne limiti l´efficacia ad una parte . del territorio nazionale. La sua inapplicabilità alle Regioni a statuto speciale ridurrebbe di tal misura la manovra finanziaria da renderla probabilmente inefficace, e, comunque, difforme dai dati previsionali indicati dal Governo". Tali argomenti non convincono per la palese lesione delle competenze regionali in materia edilizia e di governo del territorio. Se ne occuperà, comunque, su ricorso di diverse altre Regioni quella Corte costituzionale che con la nota sentenza n. 416 del 1995, aveva esplicitamente affermato che il condono edilizio era ammissibile esclusivamente "dato il carattere di normativa eccezionale . Ben diversa sarebbe la situazione nel caso di reiterazione di una norma del genere, soprattutto con ulteriore e persistente spostamento dei termini temporali".
E che dire del neo-Assessore regionale dell´urbanistica, ing. Gabriele Asunis, già direttore generale della pianificazione del medesimo Assessorato ? Il T.A.R. Sardegna, con la citata ordinanza, dichiara di fatto l´illegittimità della sua recente circolare n. 2315/DG del 27 ottobre 2003. Poi la Commissione "urbanistica" del Consiglio regionale adotta la suddetta proposta di legge sul condono edilizio senza che (per esplicita ammissione ai microfoni di Videolina) lui ne sappia niente.
Sarà sfortuna, ma come inizio non c´è male: stenderebbe un toro.
Infine, ad un recente convegno in materia promosso dall´A.P.E.L. dichiara che gli abusi edilizi in Sardegna sono circa 19 mila e che le grosse lottizzazioni abusive sono solo tre. Secondo le nostre informazioni gli abusi edilizi sono ben di più, ma non è questo il punto: grazie al lungo "sonno" del suo Assessorato, possono tutti stare tranquilli, tanto le ruspe regionali non accendono i motori da un bel pezzo. Si riscatterà in questi pochi mesi di fine legislatura ? Lo aspettiamo alla prova della nuova pianificazione territoriale paesistica, dove - a breve - potrebbero esserci novità interessanti...
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