Red
13 novembre 2018
Maria Lai Art in public space
L´ex Convento del Carmelo, a Sassari, ospiterà la mostra curata da Davide Mariani da venerdì 23 novembre al 31 gennaio 2019. L´inaugurazione è in programma il venerdì 23 alle 18
SASSARI - Tra i numerosi interventi di arte pubblica realizzati da Maria Lai (Ulassai 1919–Cardedu 2013), “Legarsi alla montagna” costituisce indubbiamente il suo capolavoro e risulta essere l’opera maggiormente conosciuta dal grande pubblico. Tuttavia, il suo impegno nell’arte pubblica non inizia e, soprattutto, non si esaurisce con questa celebre operazione corale, svoltasi ad Ulassai nel settembre 1981, che di fatto ha rappresentato il primo esempio di “Arte relazionale” in Italia. Sono infatti diversi gli interventi ambientali e le opere di partecipazione eseguite da Lai in spazi pubblici durante gli ultimi trent’anni della sua attività, i quali, nonostante la massiva attenzione critica e mediatica riservata all’artista, sono rimasti ai margini delle pur importanti iniziative e pubblicazioni a lei dedicate. La mostra “Maria Lai. Art in public space”, a cura di Davide Mariani, che inaugurerà venerdì 23 novembre, alle 18, negli spazi dell’ex Convento del Carmelo di Sassari, nasce con l’intento di colmare questa lacuna conoscitiva ed indaga, per la prima volta in profondità, l’intera produzione di arte pubblica di Lai per contribuire alla rilettura critica del suo percorso artistico.
Nel complesso, degli oltre trenta eventi ed opere pubbliche presentate, la mostra, suddivisa secondo due sezioni tematiche (Legare/collegare, Macrocosmo/microcosmo), ripercorre la geografia creativa di Maria seguendone il gesto, il segno ed il pensiero, tutti amplificati all'interno della dimensione pubblica lasciando trasparire il profilo di un’artista in gran parte diverso da quello che si è abituati a vedere. La rassegna, grazie ad un’attenta ricerca bibliografica, definisce infatti i suoi ambiti di produzione, ne racconta le vicende storiche, chiarisce episodi e li contestualizza, esponendo numerosi materiali inediti provenienti da archivi pubblici e privati, oltre a progetti, modelli ed opere autografe di riferimento concettuale per gli interventi ambientali e di partecipazione collettiva. Il percorso espositivo, firmato da Alberto Paba, si sviluppa lungo i tre piani del Carmelo e tende ad esaltare la dimensione esperienziale della mostra attraverso la ricca presenza di audiovisivi, proiezioni ed installazioni interattive. Vengono privilegiate le analogie tematiche ed i rimandi comuni fra le opere realizzate nel territorio e la produzione artistica di Maria Lai nel suo complesso, trasformando la ricerca sull’arte pubblica in una lente di ingrandimento nuova sul suo fare creativo e simbolico, sulla visione programmatica degli interventi, sul suo agire e sulle sue finalità creative ed estetiche.
«La grande arte è quella che arriva alla gente che cammina per strada», sosteneva Antonio Gramsci, e Maria, che condivideva pienamente questa posizione, si impegnerà lungo tutto il suo percorso per avvicinare l’arte alla gente, convinta che fosse necessario, fin dalla più tenera età, educare a seguirne il “ritmo”: “L’arte ha bisogno di questa frequentazione giornaliera – dichiarava l’artista – è come il pane quotidiano”. Ecco che il suo linguaggio trova dimensioni comunicative differenti: “da lontanissimo e da vicinissimo”, espressioni comuni di un “maximum” e di un “minimum” che altro non sono se non due facce della stessa medaglia, in cui il rapporto con l’io si può estendere fino allo spazio più remoto ed allo stesso tempo ritornare al microcosmo del vissuto quotidiano. L'esposizione si presenta come un viaggio nell'opera di Maria Lai reso possibile anche grazie al coinvolgimento di tutti i Comuni in cui l’artista ha operato, a partire da Ulassai, il suo paese natale, passando per Aggius, Camerino, Carbonia, Castelnuovo di Farfa, Nuoro, Orotelli, Osini, Siliqua, Sinnai, Tortolì e Villasimius.
Nella foto (di Tiziano Canu): Presa per mano da García Lorca
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