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Red 22 ottobre 2018
PigDay 3.0: seminario a Sassari
All´Uniss, seminario sul comparto suinicolo. «Dalla sconfitta della Peste suina, grandi opportunità di sviluppo per la Sardegna», hanno dichiarato gli assessori regionale Luigi Arru, Pier Luigi Caria e Donatella Spano
PigDay 3.0: seminario a Sassari

SASSARI - PigDay 3.0 è l’appuntamento di confronto e discussione che oggi (lunedì), nell’Aula magna del Dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Sassari, ha riunito numerosi studiosi ed addetti ai lavori del comparto suinicolo isolano. Il fatto che la Sardegna sia sempre più vicina all’eradicazione della Peste suina africana, così come ribadito in diverse occasioni dall’Unità di progetto per la lotta alla malattia, e che il pericoloso virus dei maiali si stia diffondendo pericolosamente in numerosi paesi dell’Eurasia, compresi alcuni Stati dell’Unione europea, non fa che alimentare l’interesse degli operatori del comparto, di semplici cittadini e dei diversi ricercatori scientifici coinvolti dal fenomeno epidemiologico. Il quadro che descrive lo stato di salute del settore in Sardegna è sempre condizionato dalla presenza della Psa e dalle restrizioni che insistono soprattutto sul piano della commercializzazione di carni e salumi. Al netto della malattia, l’Isola potrebbe avere margini di sviluppo notevoli, non solo sul piano interno dove circa l’80percento dei consumi sono assicurati da carni extra-regionali, ma anche nelle possibili commercializzazioni che si potrebbero avere con i mercati oltre mare con il tipico maialetto da latte ed i rinomati salumi. In rappresentanza della Regione autonoma della Sardegna, hanno partecipato gli assessori della Sanità Luigi Arru, dell’Agricoltura Pier Luigi Caria e dell’Ambiente Donatella Spano, mentre per il Consiglio regionale era presente il presidente della Commissione Attività produttive Luigi Lotto. I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali del sindaco di Sassari Nicola Sanna, del direttore del Dipartimento di Agraria Antonello Pazzona, e di Roberto Furesi che ha rappresentato il rettore Massimo Carpinelli. Giuseppe Pulina, del Dipartimento di Agraria ed amministratore unico dell’Agenzia Forestas, ha coordinato le attività dell’incontro.

«Anni di abbattimenti e di vuoti biologici, di ingenti risorse regionali spese per i risarcimenti dei capi morti e abbattuti non hanno mai portato a una eradicazione della Psa». Così Caria, che ha aggiunto: «Questa Giunta, con il supporto determinante del Consiglio regionale, ha invece cambiato completamente l’approccio puntando su tre novità importanti: una sul piano organizzativo, con la nascita dell’Unità di progetto, un’altra su quello della gestione delle risorse, dove si premiano gli allevatori virtuosi e non i capi malati come nel passato. Su questo punto siamo stati i primi in Europa ad istituire il benessere animale dei suini con 50milioni di euro di dotazione finanziaria iniziale. Terzo passaggio riguarda il versante normativo e di conduzione degli allevamenti regolari. Tenere questo comparto a motori spenti – ha concluso il titolare dell’Agricoltura – significa rinunciare alla spartizione di oltre 500milioni di euro (tanto conta all’anno il settore in Sardegna). Significa rinunciare a migliaia di posti di lavoro e a nuove economie che, soprattutto nelle zone interne dell’Isola, potrebbero fare la differenza sulla lotta allo spopolamento nei nostri paesi». «Il comparto suinicolo ha certamente necessità di un sostegno sul piano dei nuovi sistemi produttivi. Ha quindi necessità di tecnologie, nuove esperienze e buone pratiche». Lo ha detto Spano, che ha aggiunto: «Dobbiamo lavorare affinché queste innovazioni siano portate all’interno dei nostri sistemi produttivi. È importante farlo nella produzione dei mangimi, diminuendo l’impatto ambientale dal punto di vista energetico, dell’uso delle acque, del trattamento dei reflui e dello smaltimento delle carcasse. Questi sono punti fondamentali su cui operare e l’Europa ci premierà per tali attività. L’Assessorato dell’Ambiente – ha proseguito l’assessore – attraverso le proprie strutture (Forestas, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, ma anche il servizio che segue la caccia) ha dato il proprio contributo all’interno di un grande gioco di squadra che ha visto coinvolte altre strutture regionali. Siamo orgogliosi di questi risultati, dove davvero l’unione ha fatto la forza». Anche Arru ha ripreso il tema del «lavorare in squadra che porta ad avere risultati superiori alla somma delle attività che possono svolgere i singoli Assessorati». Il titolare della Sanità ha riconosciuto al presidente Francesco Pigliaru grande lungimiranza nell’aver istituito l’Unità di progetto, che ha raggiunto obiettivi molto importanti. «Per la prima volta, dopo tanti anni – ha ricordato Arru – abbiamo recuperato credibilità in ambito nazionale ed Europeo. Quando nel marzo 2014 si era insediata questa Giunta, la Sardegna era a rischio commissariamento da parte del Ministero della Salute proprio sulla gestione della Peste suina africana, poiché eravamo giudicati non più credibili, affidabili. Con un impegno costante e con la coerenza delle azioni abbiamo dimostrato di poterci sedere nei tavoli di Roma e Bruxelles alla pari degli altri attori. Noi non facciamo battaglie culturali o contro la tradizione – ha precisato l’assessore – stiamo cercando invece di sconfiggere una malattia infettiva che non ha ne vaccini e ne terapie. Spero che la gente giudichi questo, perché abbiamo fatto recuperare credibilità alla Sardegna intera».

Dalla relazione illustrata da Gianni Battacone, studioso del Dipartimento di Agraria, emerge che circa il 75percento della suinicoltura nazionale è concentrata nelle regioni padane. La Sardegna continua però a essere una delle più importanti realtà del centro-sud Italia per numero di suini allevati (circa il 2,5percento), ma soprattutto per il numero di scrofe (circa il 6,5percento sul dato nazionale) e per il numero di allevamenti aperti che sono circa il 12percento di tutto il Paese. La presenza della Psa e le restrizioni alle vendite extra-regione ha tuttavia provocato numerose criticità al settore suinicolo sardo alimentando una forte contrazione delle produzioni soprattutto negli ultimi anni: dal 2010 a oggi si è registrata una diminuzione di circa il 60percento delle produzioni di carne suina. Secondo i dati dell’anagrafe zootecnica nazionale, sono allevati in Sardegna 187.440 capi in circa 14.170 aziende registrate, di cui 8700 operano con allevamento misto. Gli animali sono così suddivisi nelle otto vecchie province: 25percento Cagliari, 21 Medio Campidano, 15 Oristano, 13 Sassari, 11 Nuoro, 6 Ogliastra e Gallura, 3 Carbonia-Iglesias. In testa per aziende presenti nella propria provincia c’è Oristano, con il 22percento; segue Sassari, con il 19, Cagliari con il 18, Nuoro con il 16, la Gallura con il 9, l’Ogliastra con il 7, il Medio Campidano con il 5 e Carbonia-Iglesias con il 4. Il versante delle imprese di trasformazione è stato rappresentato da Davide Calderone, direttore dell’Associazione industriali delle carni e dei salumi, che ha fatto il punto sul tema della domanda e del consumo della carne di maiale sul piano nazionale e globale. Della centralità del rispetto delle normative dal punto di vista sanitario e della biosicurzza e dell’importanza della registrazione degli animali all’anagrafe suina hanno parlato i veterinari del Servizio sanità animale dell’Ats Daniela Marongiu e Sergio Masala.

Alberto Laddomada, direttore generale dell’Izs, ha illustrato il quadro regionale e internazionale della presenza della malattia, con gli aggiornamenti su Paesi Ue recentemente coinvolti dal contagio come Romania, Bulgaria e Belgio. Proprio in Romania è stato colpito quest'estate un allevamento intensivo di circa 140mila capi. Sui maiali al pascolo brado, vera causa del continuo propagarsi della Psa, Laddomada ha osservato che in Sardegna si è passati dai 3-4mila capi presenti nel 2015 ai poco più di mille stimati oggi. È toccato invece ad Alessandro De Martini, direttore generale della presidenza della Regione e responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, illustrare i risultati raggiunti e le attività promosse a tutti i livelli nell’ambito della lotta alla Psa sull’Isola. Lotto, puntando alla prospettiva ed al futuro del settore suinicolo ha presentato la legge regionale 28 del 2 agosto 2018 sulle “Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda”, votata a stragrande maggioranza la scorsa estate dai componenti del Consiglio. Hanno quindi arricchito i lavori gli interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria agricola Coldiretti, Confagricoltura e Cia. L’appuntamento di oggi è stato organizzato dal Corso di studio in Scienze agro-zootecniche del Dipartimento di Agraria, in collaborazione con Forestas, Ats, Izs, Associazione industriali delle carni e dei salumi e con l'Animal new tech.

Nella foto: un momento dell'incontro



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