Red
8 ottobre 2018
L´arte di Franziska Aigner ad Alghero
“Franziska Aigner. Love´s Work”: dopo il Leone D’Oro alla Biennale di Venezia 2017, installazione performativa nella Galleria Cult, a cura di Valentina Piredda-Sardinia
ALGHERO - “Franziska Aigner. Love's Work: dopo il Leone D’Oro alla Biennale di Venezia 2017, installazione performativa ad Alghero, nella Galleria Cult, sui Bastioni Marco Polo 39a, a cura di Valentina Piredda-Sardinia. L’esposizione è visitabile fino a giovedì 25 ottobre, tutti i giorni, dalle 16 alle 21. Altri orari su appuntamento, inviando una e-mail all'indirizzo web galleriacult@gmail.com.
Dopo Venezia, Aigner lavora come artist-in-residence a Bosa per quattro settimane, tra solitudini e restrizioni tecnico-logistiche, mentre alla Biennale partecipava all’immenso progetto “Faust”, di Anne Imhof. Ad Alghero, la sua installazione performativa (tra citazione fotografica, ricerca identitaria e composizione sonora) prende spunto da una foto di Peter Hujar, che ritrae Paul Thek nelle catacombe a Palermo. Con una sorta di dialogo parallelo, Franziska Aigner ricalca moduli e pose nelle due foto che sono scatti l’uno di sua sorella Katharina e l’altro della fotografa Nadine Fraczkowski . Gli aspetti visivi dell’operazione sono in bilico tra le teorie di appropriazione e quelle di annullamento dell’autorialità: Simulazione del proprio giacere da morto o piuttosto indiano “furto dell’anima” attraverso la fotografia?. L’installazione sonora “All in one take two” impedisce l’aggregazione anonima del pubblico, obbligando ogni individuo che visita l’esposizione all’ascolto isolato della composizione. E’ sinfonia contemporanea non catartica dopo la tempesta di un “Faust” altrui.
“Love’s work. Franziska Aigner” è l’ultimo titolo/atto insieme con i contorni della propria mano, scavati sulla parete della galleria con punta secca, d’acciaio. E’ Il suo gesto neo-preistorico. Il silenzio, la distanza, il mistero, la discrezione, la solitudine, la già conosciuta messa in discussione di canoni espositivi, hanno connotato la presenza dell’artista austriaca sull’Isola. L’attitudine è parte dell’opera creativa. Ne consegue un interessante quanto ambiguo rapporto tra il negarsi e l’esporsi, il guardarsi anche attraverso gli scatti fotografici di altri, che vanno ad esplorare l’identità che non si conosce e facilitano o rendono più faticosa la riappropriazione del se. Dopo l’esperienza siciliana, Paul Thek comincerà a lavorare sulle ipotetiche sembianze del proprio corpo dopo la morte, saranno per la maggior parte lavori in cera. La sua opera rifletterà sull’aspetto formale della tomba come contenitore del corpo anche attraverso istallazioni piramidali. E Franziska Aigner dopo l’esperienza con la Sardegna e i pozzi sacri? Forse riascolta il corpo come luogo sacro di sonorità e canta già la sua Love’s work”. (Valentina Piredda-Sardinia).
Nella foto (Valentina Piredda-Sardinia): FranziskaAignerLove’s Work. MakingOf5,2018
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