Enrico Muttoni
2 ottobre 2018
L'opinione di Enrico Muttoni
Amministrazioni e ambientalismo, staremo a vedere
Il Comune di Milano, dal prossimo 21 ottobre, vieterà il transito nella zona B (ovvero tutta la città), ai veicoli con motore Diesel categoria euro3; e dal 21 gennaio 2019 anche a quelli euro4. Allo scopo di ridurre le micropolveri presenti nell'atmosfera cittadina. In attesa di passare, nel 2025, alla conversione completa dei motori alla propulsione ibrida o totalmente elettrica. Finalmente una decisione coraggiosa e decisiva. Peccato però che il divieto di circolazione si estenda dalle 7 e 30 alle 19 e 30 dei giorni lavorativi. Significa che, su 168 ore della settimana, solo 60 saranno vietate al traffico diesel, pari al 36% circa. Le vetture diesel con almeno tre passeggeri a bordo saranno esentate dal divieto. Non sappiamo cosa accadrà quando, alle 19 e trenta, tutti i diesel rimasti fermi si rimetteranno in moto: Staremo a vedere.
Milano vuol conseguire il doppio vantaggio di una riduzione dell'inquinamento e del traffico, destinato a congestionarsi ulteriormente con la riapertura dei navigli (cosa peraltro bellissima)
Ma il giorno in cui tutti i veicoli avessero la trazione ibrida o elettrica, Milano si trasformerebbe nuovamente in un unico, immenso, silenziosissimo ingorgo, con la necessità di nuove restrizioni. E qualora tutti i veicoli di Milano diventassero elettrici, basta un calcolo elementare per sapere che moltiplicando 50 kW (la potenza installata in una auto media) per il milione di veicoli circolanti si arriva a 50 GW (gigawatt) ovvero la potenza di cinque centrali elettriche di grosse dimensioni: i cui scarichi si distribuirebbero in campagna. Ai fautori del fotovoltaico lascio il piacere di calcolare quanta superficie andrebbe coperta per generare tanta energia (che serve anche di notte...). La realtà sarebbe un po' meno drammatica dato che i veicoli non si muovono mai tutti contemporaneamente, ma lo scenario è questo.
Questa situazione dipende da due fattori: il primo, che se tutta Europa ha adottato provvedimenti simili, è perchè tutta l'Europa è alimentata col nucleare, che non ha emissioni gassose, e questo è un fatto. L'altra considerazione, mia personale, è che dopo il Dieselgate (la taroccatura delle marmitte) di Volkswagen qualcuno abbia deciso che, se deve morire Sansone, devono morire anche i Filistei. Siamo autorizzati, a questo punto, a pensare che, quando una pubblica amministrazione si occupa di ambiente ed ecologia, non lo fa per l'interesse dei cittadini. Nella migliore delle ipotesi, questo interesse è l'ultimo e marginale beneficio di una serie di iniziative che prima vedono gli affari di industria e finanza, e poi quelli della politica. Che ha trovato, purtroppo senza distinzione di colore partitico, nella (non) tutela ambientale una formidabile arma di propaganda e movimento di voti e di fondi. Che si tratti di costringere i concittadini a cambiare la macchina, che si tratti di obbligarli alla costosa corveè del ritiro porta a porta, che gli si imponga una rete di gas non richiesta, che si tratti di infliggergli lo spettacolo tragicomico della transumanza della poseidonia tra le spiagge cittadine il mantra è : lo facciamo per il vostro bene. Meno male, è un sollievo.
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