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Red 23 luglio 2018
Caccia, calendario a rischio Tar
Le associazioni ambientaliste Wwf, Italia nostra e Lipu manifestano profonda delusione per l’esito della riunione del Comitato regionale faunistico, che ha deliberato sul calendario venatorio 2018/19
Caccia, calendario a rischio <i>Tar</i>

ALGHERO - Le associazioni ambientaliste Wwf, Italia nostra e Lipu manifestano profonda delusione per l’esito della riunione del Comitato regionale faunistico, che ha deliberato sul calendario venatorio 2018/19 [LEGGI]. Dopo una prima riunione interlocutoria del comitato faunistico, si attendevano le indicazioni dell’Ispra per prendere la decisione definitiva. Ebbene, nessuna delle richieste ed indicazioni dell’Ispra è stata presa in considerazione, a cominciare dall’esclusione della preapertura alla tortora. «Quello che è grave – sottolineano gli ambientalisti - è che anche il Ministero dell’Ambiente si era espresso per la chiusura a causa di assenza di un piano di gestione della specie, o meglio di un piano di azione europeo che a tutt’oggi non esiste, tenendo conto che si tratta di una specie classificata Spec 1, minacciata a livello mondiale».

Per quanto riguarda la caccia alla nobile stanziale, se è vero che è in corso uno studio dell’Università di Sassari sulla pernice sarda in aree protette (che comunque non è stato ancora ufficializzato), «esprimiamo perplessità sul prelievo venatorio a questa specie, in considerazione del fatto che comunque il lavoro di censimento per avere dati più esaustivi sullo status e dinamica della popolazione andrebbe esteso alle aree libere. Resta grave la criticità della lepre – proseguono - di cui la stessa Ispra ne sconsiglia il prelievo, in considerazione del fatto che non esiste a tutt’oggi un piano di gestione della specie che è in forte sofferenza in diverse parti del territorio isolano. Si rimarca che ancora oggi, nonostante i buoni propositi dell’Assessorato, non abbiamo dati precisi sullo status e dinamica delle popolazioni selvatiche oggetto di prelievo, tenuto conto che è praticamente impossibile per gli uffici e Province avere numeri esaustivi sui prelievi, giacché solo una minima parte dei comuni isolani ha presentato i database contenenti il prelievo venatorio».

Disattese anche le richieste Ispra per la chiusura della caccia alla quaglia il 31 ottobre (in considerazione che la specie è in declino a livello europeo. Invece, la si potrà cacciare sino al 30 dicembre) e per la chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre ed in subordine al 10 gennaio, nell’eventualità di una pianificazione del prelievo attraverso l’invio dei dati dei tesserini venatori allo stesso Ispra. «A tutt’oggi – spiegano Wwf, Italia nostra e Lipu - non esiste un piano di prelievo per questa specie di cui il calendario prevede la caccia sino al 20 gennaio. Disattesa la richiesta dell’Ispra per quanto riguarda il prelievo dell’avifauna acquatica. Data consigliata dall’Ispra il 20 gennaio, chiusura del calendario al 31 gennaio. Stesso discorso per i turdidi, per i quali la Regione si è avvalsa della facoltà di utilizzare la decade di sovrapposizione e quindi spostare la caccia al 31 gennaio. E’ questa, secondo noi, una pratica abusata. Secondo la Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della Direttiva uccelli dell’Ue, viene precisato che “la programmazione dell’attività venatoria deve cercare di evitare che tale situazione accada (art.7 par.4) e la Guida interpretativa evidenzia che usando come unità temporale la decade, “può verificarsi il rischio di una parziale sovrapposizione, ma non che questa debba essere deliberatamente cercata”, come invece fa l’Assessorato ormai da diversi anni».

«Si tenga conto infine che si è ancora in attesa che venga varato il Piano faunistico regionale. Ci auguriamo che entro la fine della legislatura si concluda l’iter istitutivo di un provvedimento indispensabile per la gestione della fauna sarda che è costato tanto denaro pubblico in termini di consulenze e che attendiamo da ben ventisei anni dall’emanazione della Legge nazionale 157/92 e vent'anni dalla Legge regionale sulla caccia (23/98). A ciò si aggiunga il potere deliberativo, unico in Italia, del Comitato regionale faunistico, composto a maggioranza da cacciatori. E’ evidente quindi la disparità che da sempre esiste nel Comitato in sede di votazione fra ambientalisti (tre) e mondo venatorio, su un totale di ventitre componenti. Le associazioni ambientaliste Wwf, Italia nostra e Lipu, in relazione al calendario venatorio, esprimono totale contrarietà ad una stesura che vede disattese tutte le richieste dell’Ispra e dello stesso Ministero Ambiente a cui è affidata la competenza in materia di tutela ambientale in via esclusiva dallo Stato, come recita l’art.117, secondo comma, lettera s della Costituzione. Le associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra e Lipu valuteranno la possibilità di inoltrare ricorso avverso al Tar sul calendario venatorio».



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