Red
26 giugno 2018
Terzo appuntamento con Cortoindanza
Questa sera, nuovo incontro di “Cortoindanza/Logos. Un ponte verso l’Europa”. All’Orto Botanico di Cagliari il cantiere delle residenze artistiche con i tre spettacoli di danza contemporanea tra arte circense, teatro, videoarte e luce

CAGLIARI - Prosegue oggi (martedì), la rassegna "Cortoindanza/Logos. Un ponte verso l’Europa” tra i percorsi di creazione artistica nei luoghi più affascinanti e storici di Cagliari. Il palcoscenico naturale dedicato alla danza contemporanea sarà l’Orto Botanico, in Viale Fra Ignazio, in cui si succederanno nei due turni delle 18 e delle 19.30 altri tre spettacoli con artisti emergenti della scena europea: Manuel Martin (Compagnia Twain, Roma), Erika Di Crescenzo (La Bagarre-Centro Daiva Jyoti, Torino) e Valentina Cortese (Zerogrammi, Torino), organizzazione Tersicorea, e co-organizzazione Cedac Sardegna.
Il primo “Hangar”, coreografia ed interprete Martin con “regard exterieur” della coreografa Loredana Parrella. Nella struttura ampia, solida e vuota ha radice il cuore del corpo infinito. Un progetto che esplora il corpo come generatore di cultura e pensiero, crea nuovi modi di abitare lo spazio e di interagire con gli altri. Segue “Lento”, di e con Cortese. Un monologo danzato, che fa vibrare una corda universale tramite giochi di illusioni, si evolve verso l’assurdo, il non-sense ed il senso familiare di déjà vu. Chiude il trittico “Salto”, ideazione e coreografia di Di Crescenzo. Nella pièce, lo slancio verticale, verso il cielo, per approdare a un nuovo stato di equilibrio dinamico, in opposizione al precedente dove l’accento era posto nella dinamica della caduta a terra, come perdita di equilibrio nella vicenda amorosa.
Sempre questa sera, alle 21.30, ma al T.Off, Clément Belhace e Caroline Maydat porteranno la loro creazione “Deux rien”, sviluppo della scrittura coreografica del Cortoindanza 2017. Due clown seduti, osservano le persone che passano. Senza parole, uniscono il linguaggio del corpo alla sensibilità dei film muti, muovendo il pubblico tra la storia in bianco e nero e la moderna tragedia a colori.
Nella foto: un momento di “Lento”
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