Una nuova e preoccupante voragine si è aperta improvvisamente sotto i piedi di uno dei sedici inquilini che in quel momento si trovava nel piccolo marciapiede di fronte all’ingresso di casa. Comprensibile lo spavento del signore che si è subito spostato da quel quadrato un metro per un metro che soltanto grazie all’aderenza delle mattonelle non è completamente ceduto. Da un primo rilievo pare che infilando in una fessura tra le mattonelle un manico di scopa quest’ultimo non tochi il fondo ma si muova addirittura liberamente.Del fatto il titolare dell’appartamento ha subito informato il suo avvocato che per l’ennesima volta, e con carattere d’urgenza, ha sollecitato un’incontro con il sindaco già chiesto peraltro in occasione di altre episodi analoghi. Nessuno appuntamento però è stato ancora concesso. Da sottolineare ancora una volta che sul comune pendono diverse sentenze del tribunale di Sassari che identificano nell’Ente Locale il soggetto responsabile delle precarietà strutturali e lo obbligano a eseguire tutte le opere atte all’eliminazione del pericolo, ristrutturazione della palazzina e risarcimento dei danni subiti dagli inquilini. Proprietari questi ultimi di un’appartamento di cui stanno pagando il mutuo e che quasi da subito ha evidenziato le sue precarietà. Gli impegni finanziari a cui sarebbe chiamato a rispondere il comune ammonterebbero secondo le perizie depositate in tribunale a più di due miliardi delle “vecchie lire” senza contare tutti i risarcimenti materiali e morali subiti dalle famiglie, alcune delle quali già da qualche anno fuori di casa, in quanto in alcuni appartamenti sussiste un’ordinanza comunale di sgombero. Le abbondanti piogge delle ultime settimane hanno ulteriormente aggravato le già consistenti ed evidenti precarietà strutturali della casa, ed è probabile che l’opera dilavante e silenziosa dell’acqua abbia procurato questi ultimi cedimenti. “Non comprendiamo - spiega uno degli avvocati che tutelano alcuni inquilini - che cosa stia aspettando il comune ad intervenire. Esistono precise sentenze e solleciti da parte del tribunale affinché si pongano in essere tutti gli atti per sanare la vicenda. Eppure nonostante ci sia il serio pericolo per l’incolumità di chi vive ancora dentro la palazzina. Niente di ufficiale è stato intrapreso”.