Red
25 maggio 2018
Rally: ambientalisti preoccupati
Monitoraggio ambientale piantumazione di 40mila alberi «quale parziale misura di mitigazione degli effetti negativi del rally». Questa la richiesta espressa da Wwf, Lipu, Italia nostra e Gruppo di intervento giuridico nella lettera aperta in vista del Rally mondiale in programma nel nord Sardegna dal 7 al 10 giugno, con Alghero protagonista
ALGHERO - Monitoraggio ambientale piantumazione di 40mila alberi (uno per ciascun cittadino residente) ad Alghero «quale parziale misura di mitigazione degli effetti negativi del rally». Questa la richiesta espressa da Wwf, Lipu, Italia nostra e Gruppo di intervento giuridico nella lettera aperta indirizzata al presidente della Regione autonoma della Sardegna, agli assessori regionali al Turismo ed alla Difesa dell'ambiente, al sindaco di Alghero ed al direttore del parco regionale di Porto Conte, in vista del Rally mondiale in programma nel nord Sardegna dal 7 al 10 giugno, con Alghero protagonista.
I segretari delle associazione ricordano come, da diversi anni, la Sardegna ospiti il rally mondiale, «con gli organizzatori che, nell’edizione del 2017, hanno posto l’attenzione sulla “sostenibilità ambientale” di una simile manifestazione. E’ stato affermato che si sarebbero adottate una serie di misure atte a mitigare gli impatti negativi sull’ambiente come la produzione della Co2 stimata in 10tonnellate. Come compensazione delle emissione, venne annunciata la piantumazione di migliaia di alberi nel parco regionale di Porto Conte e si sarebbe dovuta effettuare nel parco assistenza e negli stand commerciali, allestiti nel porto di Alghero, la raccolta differenziata dei rifiuti prodotti. Le associazione ambientaliste, viste queste premesse, nel maggio 2017, hanno inoltrato al Parco regionale di Porto Conte richiesta di informazioni ambientali per sapere quanti ettari sarebbero stati utilizzati per il nuovo impianto, quanti alberi sarebbero stati messi a dimora, la relativa densità per ettaro, la circonferenza del fusto degli alberi, le certificazioni fitosanitarie delle piante, l’indicazione topografica degli impianti e, sulla base delle piantumazioni previste, quanti chili di Co2 degli stimati 10mila sarebbero stati riassorbiti e in quale arco di tempo. Il parco di Porto Conte, ad oggi, non ha fornito nessuna informazione», sottolineano.
Le associazioni ricordano la promessa della piantumazione di 40mila alberi sul territorio algherese. «Al di là delle roboanti dichiarazioni, si è constatato che nel giugno 2017 un nutrito drappello di rappresentati delle Istituzioni locali e regionali, nel porto di Alghero, ha messo a dimora un piccolo gelso di pochi centimetri di diametro. Un alberello simbolico che, ovviamente, non ha compensato le emissioni di Co2 e, a distanza di un anno, sembrerebbe purtroppo essersi seccato. Ciò detto, le associazioni ambientaliste chiedono atti concreti come la piantumazione di 8mila alberi (altezza minima di 4metri) a Maria Pia e altri 32mila nelle colline, nel territorio e nella città di Alghero quali misure più concrete per mitigare gli effetti negativi pregressi causati dalle emissioni di Co2. Un progetto pluriennale – chiedono - che avrebbe anche risvolti occupazionali e che dovrebbe prevedere anche le risorse finanziare per la loro manutenzione nel medio e lungo periodo. Un progetto pluriennale di piantumazione di 40mila alberi corrisponderebbe ad un rapporto di un albero/abitante. Le associazioni ambientaliste chiedono fatti concreti e non roboanti dichiarazioni alle quale si pretenderebbe cieca e acritica accettazione».
Wwf, Lipu, Italia nostra e Gruppo di intervento giuridico puntano quindi l'obiettivo sulla raccolta differenziata visto che, «nel parco assistenza e negli stand commerciali nel porto di Alghero, dall’acquisizione dei dati, hanno accertato che, nel 2017, solo una minima percentuale, pari al 27,18, ha rappresentato la raccolta differenziata. Considerato che il Piano regionale prevede, entro il 2020, la raccolta differenziata all’80percento, chiedono rigorose misure di controllo della raccolta differenziata per l’edizione 2018 che dovrà aggiungere almeno l’80percento».
Inoltre, le associazioni ambientaliste ribadiscono la richiesta, già protocollata a gennaio, all’assessore regionale all’Ambiente, per l’edizione 2018 della manifestazione motorista, di effettuare una serie di monitoraggi di carattere ambientale lungo i percorsi sterrati per valutarne gli impatti: «valutazione degli impatti della polvere e della terra sollevata dalle auto nei percorsi sterrati che si deposita sulla vegetazione e che permangono per settimane; valutazione degli impatti sulla fauna dovuti all’inquinamento acustico prodotti dalle auto nei percorsi sterrati; valutazione degli impatti sull’avifauna nidificante dovuti all’inquinamento acustico e al deposito di polvere e terra nei siti di nidificazione e riposo prodotti dalle auto nei percorsi sterrati».
Infine, le associazioni ambientaliste ritengono che il rally, quale evento motoristico, difficilmente, anche con misure compensative, possa risultare “eco-sostenibile”. E per questo, indicano una possibile alternativa. «In maniera più credibile e alternativa ad esso, potrebbe risultare un evento sostenibile, dal punto di vista ambientale, il Gran prix della Formula E. La recente gara di questa specialità, svoltasi nei mesi scorsi all’Eur, a Roma, con emissione pari a zero, inquinamento acustico nullo e innovativo dal punto di vista tecnologico ha richiamato 40mila spettatori. Quest’ultima manifestazione automobilistica, il Giro d’Italia o una regata velica, sembrerebbero avere maggiori e più credibili requisiti di “sostenibilità ambientale”», concludono i rappresentanti delle associazioni.
Nella foto: la piantumazione del gelso nel porto di Alghero
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