Mariangela Pala
2 maggio 2018
«Si al rigassificatore a Porto Torres, come nel resto d’Italia»
«Non siamo amanti del metano a prescindere, ma vogliamo che la nostra Isola abbia le stesse opportunità, stessi costi energetici per un giusto sviluppo, rispetto al resto dell’Italia». Si al rigassificatore e alla dorsale del gas che attraversa la Sardegna da nord a sud, con due terminale, uno a Porto Torres e l’altro a Cagliari e altri depositi costieri anche nel Sulcis, in Gallura e nel Nuorese
PORTO TORRES - «Non siamo amanti del metano a prescindere, ma vogliamo che la nostra Isola abbia le stesse opportunità, stessi costi energetici per un giusto sviluppo, rispetto al resto dell’Italia». Si al rigassificatore e alla dorsale del gas che attraversa la Sardegna da nord a sud, con due terminali, uno a Porto Torres e l’altro a Cagliari e altri depositi costieri anche nel Sulcis, in Gallura e nel Nuorese. E’ una posizione chiaramente favorevole al progetto comune tra Snam e Società gasdotti Italia (Sgi), quella del consigliere comunale del Partito democratico Massimo Cossu.
«Il Gnl è mantenuto liquido a temperature bassissime, quindi non sarebbe lungimirante non recuperare le grandissime quantità di frigorie che si liberano nella gassificazione, - sostiene Cossu - magari per attrarre investimenti nel campo delle industrie del freddo oppure creando centri di import export per prodotti agricoli e zootecnici». Il riferimento è alla Coldiretti e ad altre associazioni di agricoltori con un continuo richiamo ad un rilancio della agricoltura. Ancora oggi la Sardegna conserva l’infelice record stirico dell’essere la regione d’Europa con la massima emissione di Co2 in atmosfera.
«L’ultimo piano energetico regionale della giunta Pigliaru è improntato fortemente sulle energie rinnovabili che nel medio-lungo periodo saranno sicuramente il futuro, - afferma l'esponente Pd, Cossu - compresa la trazione, grazie ad investimenti, pubblici e privati in tutto il mondo per rendere economici i grandi accumuli di energia che possono essere immagazzinati». Ma allo stato attuale pur essendo stati raggiunti buoni risultati, si ipotizza che per altri 18-20 anni i combustibili fossili saranno ancora la principale fonte di energia. «Nel contesto globale della situazione europea - puntualizza Cossu – 18-20 anni sono quasi niente, ma in una Sardegna affamata e con tassi di disoccupazione allarmanti sono un’eternità per cui lo stesso piano energetico di questa giunta regionale prevede in questa fase di passaggio, il metano, pur incrementando le rinnovabili, con un possibile risparmio per le famiglie e per le aziende».
Intanto viaggia senza sosta il percorso per la realizzazione della dorsale sarda e di una rete di trasporto di gas naturale che potrà essere affidata a una società controllata da Snam, la costruzione e messa in esercizio del primo tratto di rete è stimata nel primo semestre 2020, previo ottenimento delle autorizzazioni necessarie.. «Ho la sensazione che i tempi per realizzare depositi costieri capaci di rilevare il Gnl, stoccare, rigassificare e quindi comprimere le giuste quantità per portare il gas ai centri di consumo, siano strettissimi, considerando la particolarità delle opere industriali per la natura dei fluidi trattati e di conseguenza delle autorizzazioni indispensabili che in Italia non vengono mai rilasciate in tempi rapidi, senza poi mettere in conto i possibili ricorsi a Tar e consiglio di Stato».
A proporre il progetto per il rigassificatore a Porto Torres è la società Eni che prevede l’installazione all’interno del porto industriale di una nave metaniera, convertita a stoccaggio galleggiante e corredata dalle necessarie facilities a bordo e a terra (da situarsi all’interno del sito industriale Eni), comprensive di moduli di rigassificazione, espandibili nel tempo in base alla crescita della domanda gas isolana.
|