M.P.
18 marzo 2018
Sgombero porto turistico: disagi e proteste dei diportisti
La situazione è stata denunciata dal consigliere di Porto Torres di Autonomia popolare, Alessandro Carta per «il disagio creato ai proprietari delle imbarcazioni per il quale, avendo essi l’obbligo di rimozione, è facile comprendere l’impossibilità di trovare una sistemazione in cosi poco tempo considerata l’insufficienza degli spazi, motivo per il quale l’amministrazione ha il dovere di intervenire per gestire e tutelare chi ha scelto il nostro porto per ormeggiare la propria imbarcazione»
PORTO TORRES - Disagi e proteste dei diportisti all’indomani dell’ingiunzione di sgombero firmata dall’Autorità di sistema portuale e dalla Capitaneria di porto attraverso un’ingiunzione di sgombero nei confronti del Comune di Porto Torres, del soggetto ex gestore del servizio, l’Ati denominata “Ars” e di tutti i proprietari delle imbarcazioni, che ha stabilito la tempistica di 60 giorni entro la quale lo specchio acqueo presso il molo turistico deve essere liberato dalle imbarcazioni.
La situazione è stata denunciata dal consigliere di Autonomia popolare, Alessandro Carta per «il disagio creato ai proprietari delle imbarcazioni per il quale, avendo essi l’obbligo di rimozione, è facile comprendere l’impossibilità di trovare una sistemazione in cosi poco tempo considerata l’insufficienza degli spazi, motivo per il quale l’amministrazione ha il dovere di intervenire per gestire e tutelare chi ha scelto il nostro porto per ormeggiare la propria imbarcazione». Ragioni che hanno indotto lo stesso consigliere a presentare un’interrogazione indirizzata al sindaco Sean Wheeler perché riferisca al Consiglio in merito alla situazione creatasi e agli ultimi sviluppi.
Ma soprattutto «affinchè questa amministrazione mostri il pieno impegno nei confronti dell’Autorità di sistema portuale a tutela dei proprietari, impegno volto ad indicare una soluzione transitoria ma congrua al problema, atta ad individuare una collocazione temporanea alle circa 170 unità ormeggiate presso la marina in parola». L’esponente di Atonomia popolare chiede all’amministrazione di valutare «l’ipotesi di programmazione di interventi manutentivi ai pontili ed ai relativi ormeggi, da effettuarsi per fasi successive, in modo da poter liberare i pontili dalle unità ormeggiate uno alla volta, evitando così la rimozione complessiva di un numero così consistente di unità. Questo diminuirebbe il disagio per l’utenza che si troverebbe a dover ricollocare temporaneamente in altri ormeggi o soluzioni alternative, un numero nettamente inferiore e sicuramente più gestibile di barche».
Lo stesso consigliere Carta suggerisce «la possibilità di individuare uno specchio acqueo per un ormeggio provvisorio o come estrema ratio un’area inutilizzata di competenza dell’Authority per la messa in sicurezza delle imbarcazioni in attesa che venga ripristinata la normalità anche nel porto turistico».
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