Monica Caggiari
31 luglio 2007
Al via la mostra di Gennaro Favai
Il palazzo della Frumentaria ospiterà un ensemble di opere antologiche dell’artista veneziano fino al primo Settembre
SASSARI - Il palazzo della Frumentaria ospita fino al prossimo primo settembre la mostra, in un ensemble di opere antologiche, dell’artista veneziano Gennaro Favai, scomparso alla fine degli anni cinquanta e i cui capolavori sono rimasti per lungo tempo sconosciuti alle grandi platee delle generazioni successive. La mostra sassarese, curata da Mario Tola e Ilaria Delogu, presenta non solo una parte cospicua della collezione privata di Favai, della quale quella recuperata a Sassari si ritiene sia la più ricca, ma con l’excursus su “Gennaro Favai – Realtà, Fantasia, Sogno”, porta all’attenzione del pubblico la delicatezza dei colori e la sublimazione del ricordo di luoghi, che nei dipinti diventano visioni di magiche scogliere del Belpaese e caldi ritratti di paesi d’oltremare. Un pregio enorme hanno poi le opere dedicate alla sua città, Venezia, un enorme susseguirsi di palazzi fuori dal tempo, per colori e contorni; dormiente, eppure piena di vigile intemperanza, quella della cura dei dettagli, che ne restituiscono un’immagine classica. “La decadente” Venezia sommersa è forse il miglior simbolo indiretto dell’oblio delle opere di Favai, che solo di recente ha iniziato ad ottenere l’attenzione dovuta, grazie all’analisi dei rapporti di amicizia che lo legarono ad altri grandi suoi contemporanei. In vita ricevette, infatti, moltissimi riconoscimenti di pubblico e di critica, ma, poco dopo la scomparsa, un mercato scarsamente alimentato ne oscurò il ricordo. «Fu amico tra gli altri di Amedeo Modigliani , -così il curatore Mario Tola- di Marius Pictor, di Italico Brass, di Filippo De Pisis, di Medardo Rosso e di Ezra Pound. Insieme a loro fu protagonista dell’arte del ‘900 italiano. Pittore assai apprezzato ai suoi tempi ebbe una lunga carriera artistica che si svolse nell’arco di cinquanta anni». Opere esposte in tutto il mondo, le sue, perché, sottolineano i curatori: «Operò a Venezia, nel meridione d’Italia, a Parigi, dove incontrò l’anziano Monet, a Londra e in America, dove tuttora esiste un mercato piuttosto vivace dei suoi lavori». L’allestimento alla Frumentaria resterà aperto fino al primo settembre, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20,30, per questioni organizzative purtroppo solo nei giorni feriali, unica pecca di una mostra che merita una visita accurata.
Nella foto: Venezia di favola. tempera su tavola
|