Antonio Burruni
24 luglio 2007
«Nuvoli più forte dello Stato»
Così Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali, ha commentato la morte dell’ex agente di commercio algherese morto in nottata
ALGHERO - «Questa conferenza stampa è stata organizzata per salutare e rendere pubblico omaggio alla forza, al coraggio di Giovanni Nuvoli». Con queste parole Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali, ha aperto l’incontro con la stampa organizzato nella tarda mattinata di oggi all’Hotel Punta Negra. «Nuvoli è stato più forte dello stato, delle istituzioni. Ha avuto – spiega Cappato – la forza di sopportare otto giorni senza cibo ed acqua, per vedersi riconoscere un diritto. Quello di decidere per se stessi, per la propria vita e per le terapie più idonee da seguire». Marco Cappato, assieme a Maria Isabella Puggioni ed a Paolo Ruggii, rappresentanti dell’associazione “Luca Coscioni” e dei Radicali Italiani a Sassari, ha esternato tutto il suo rammarico per una vicenda che sarebbe potuta risolversi in modo diverso. «Se l’assoluzione di Riccio (il medico che seguì Piergiorgio Welby fino alla fine, n.d.r.) fosse arrivata prima, forse qualcosa sarebbe cambiato. Magari – spiega – qualcuno avrebbe avuto meno paura nel prendere qualche decisione». Una paura simile ad un’ossessione secondo Cappato, che porta ad avvalorare le sue tesi, il fatto che persino dopo la morte di Nuvoli, ufficialmente certificata, nessuno del personale medico dell’Asl presente a casa di Giovanni, ha avuto il coraggio di staccare il respiratore artificiale. L’operazione è stata eseguita dal primario Vidili, oltre tre ore dopo il decesso. In seguito, Cappato ha analizzato le differenze tra il diritto esercitato da Welby ed il percorso tortuoso di Nuvoli. «Bisogna capire la differenza tra una morte terribile e lo scegliere una morte diversa - ha sottolineato – Spero che tutto questo serva per sveltire l’iter per alcune leggi in questo campo. E’ necessario». L’eurodeputato ha ricordato come Nuvoli, un uomo cosciente e vigile, ma con un corpo più debole di quanto si possa immaginare, si sia trovato tutte le strade chiuse. «Un uomo certamente più debole – ha spiegato l’esponente dei Radicali – di quanto fosse Piergiorgio Welby, affetto da distrofia muscolare degenerativa. Nuvoli parlava con gli occhi, ma le sue dichiarazioni non venivano ritenute valide dai notai di Sassari. Non si sa mai – ironizza amaramente – qualche radicale avesse preconfezionato i file delle dichiarazioni». Cappato parla poi del gran movimento che si è creato attorno alla vicenda-Nuvoli. «Quando Ciacca è stato bloccato dalle forze dell’ordine, qualcuno ha esultato, come se fosse in gioco il “partito della vita” contro il “partito della morte”, nella quale faremmo parte noi Radicali. Ma non è così – chiarisce – Non era in gioco la vita contro la morte, ma solo due diversi tipi di morte: una consapevole ed una terribile. Giovanni Nuvoli, con la sua scelta, con la sua forza, ha impedito che i giorni di sofferenza diventassero mesi ed i mesi anni». E sul tempo che avrebbe potuto ancora vivere in quella terribile situazione si è soffermata anche Maria Isabella Puggioni: «Dobbiamo solo pensare che, questa situazione incivile, sarebe potuta andare avanti per altri quindici anni». Paolo Ruggiu è invece intervenuto sulla sospensione della terapia. «Oggi ho sentito una dichiarazione di un Cardinale, che considero aberrante. Ha detto che Nuvoli non aveva il diritto di sospendere la terapia, perché “la vita non gli appartiene, ma appartiene solo a Dio”. Penso che questo sia uno scisma del pensiero tra credenti ed istituzioni ecclesiastiche. Giovanni ha fatto una cosa che servirà a tutti – conclude – forse anche alla Chiesa».
Nella foto: Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali Italiani
|