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A.B. 19 luglio 2007
Costituito il “Comitato nazionale di iniziativa popolare”
Il nuovo soggetto, composto dai Comitati popolari referendari e di iniziativa legislativa di Sardegna, Abruzzo ed Umbria, si battono per la riduzione dei costi impropri della politica
Costituito il “Comitato nazionale di iniziativa popolare”

ALGHERO - Mercoledì 18 Luglio si è costituito il “Comitato nazionale di iniziativa popolare”, composto dai Comitati popolari referendari e di iniziativa legislativa di Sardegna, Abruzzo ed Umbria, per la riduzione delle indennità dei costi impropri della politica. Il comitato si è costituito subito dopo l’incontro con la “Commissione Parlamentare Bicamerale” avuto poche ore prima, a Palazzo San Macuto, in Roma, e rimane aperto a nuove adesioni da parte di altri Comitati regionali o locali. Da segnalare che, in particolare, si sono costituiti o sono in via di costituzione “Comitati referendari contro i Costi impropri della Politica” in Calabria, Friuli, Lazio e Lombardia. Il comitato si prefigge di promuovere una Legge di iniziativa popolare per il dimezzamento delle Indennità dei Parlamentari e una Legge quadro per la regolamentazione delle Indennità dei Consiglieri regionali. Per entrambe le due proposte di Legge si prevede l’inizio della raccolta delle cinquantamila firme necessarie presumibilmente in Settembre prossimo. Nel corso dell’Audizione avuta a Palazzo San Macuto i tre comitati regionali, tutti costituti per il dimezzamento delle Indennità dei Consiglieri regionali delle rispettive regioni, hanno esposto i gravi ostacoli che hanno incontrato nello svolgimento dei Referendum regionali in Umbria ed Abruzzo, e nella accoglienza della proposta di Legge di iniziativa popolare in Sardegna. In particolare sia in Umbria che in Abruzzo non sono mai state costituite, dalle rispettive Amministrazioni regionali, le Commissioni di Garanzia Statutaria previste dagli Statuti e dalla stessa Giurisprudenza costituzionale, così da lasciare ai Consigli regionali la competenza di decidere l’ammissibilità o la decadenza dei Referendum. In Umbria dove sono gia state raccolte fin dal 2004 le tredicimilaottocento firme necessarie per il Referendum regionale per il dimezzamento delle Indennità dei Consiglieri regionali umbri, il Consiglio regionale non si è lasciato sfuggire l’occasione ed ha gia deliberato la decadenza del Referendum stesso. Il Comitato referendario umbro ha gia dato incarico all’avvocato Giuseppe Caforio di presentare presso il Tribunale di Perugia istanza di nullità della Delibera regionale. In Abruzzo sono state ridotte le figure autorizzate ad autenticare le firme dei cittadini sottoscrittori il Referendum regionale, rispetto a quelle autorizzate per i Referendum nazionali: solo notai, cancellieri e segretari comunali. In Sardegna la proposta di Legge di iniziativa popolare sottoscritta da oltre diciassettemila elettori sardi, ormai da oltre tre anni, non viene neanche esaminata dall’Assemblea regionale e giace nei cassetti della prima commissione “Autonomia del Consiglio Regionale”, in violazione del suo stesso regolamento. L’Ufficio di Presidenza della Commissione Parlamentare Bicamerale, presieduto dall’Onorevole Leoluca Orlando, si è impegnato ha intervenire presso le rispettive regioni per sollecitarle ad un maggior rispetto dei diritti democratici e costituzionali dei loro stessi cittadini, valutando laddove necessario la presentazione in Parlamento di una proposta di Legge quadro per la tutela dei diritti democratici dei cittadini e delle iniziative di Legge o di Referendum popolari. Il “Comitato nazionale di iniziativa popolare” verrà riconvocato nei prossimo giorni per perfezionare il Coordinamento con gli altri Comitati e Movimenti presenti nel territorio e per decidere insieme il calendario delle prossime iniziative.



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