Red
2 novembre 2017
Marineria: convegno ad Alghero
Sabato pomeriggio, presso la sala congressi de Lo Quarter ospiterà “La cultura del mare e la marineria ad Alghero”, appuntamento che si inserisce nell’annuale festeggiamento della Madonna del Frontuni
ALGHERO - Già 3mila anni fa, a Porto Conte, sul finire dell’età del Bronzo, esisteva un fiorente commercio di metalli, vino ed altri prodotti della Nurra. Navi da carico arrivavano e partivano da quello che, a detta degli archeologi, era il primo insediamento commerciale costiero dell’intero Mediterraneo occidentale: Sant’Imbenia. Nei lunghi secoli seguenti, il mare di Alghero, avamposto costiero ligure, diventerà il più importante luogo, nel mondo, per la pesca del corallo rosso. Durante la dominazione catalano-aragonese centinaia di barche coralline operavano, durante la bella stagione, tra Capo Caccia del il Sinis. Ed una tale presenza di imbarcazioni, unita alla sporadica presenza di navi da guerra, richiedeva, quanto meno, la presenza di una cantieristica locale per le piccole riparazione e la produzione di gallette per gli equipaggi.
In tempi più recenti, si sviluppò anche la pesca all’aragosta, e la marineria algherese, aiutata dalle conoscenze nautiche di importazione campana, si specializzò nella costruzione di gozzi e spagnolette. I pescatori partivano dall’insicuro approdo algherese per operare lungo tutta la costa occidentale della Sardegna. E d’inverno le barche a vela, tirate a secco, erano parte del paesaggio cittadino: lungo le banchine, in piazza civica e nello scalo Tarantiello. Mentre nei sottani del centro storico si accumulavano le reti e le nasse. Il mare di Alghero, durante l’inverno era troppo infido per poter operare, ma anche nel periodo estivo non mancavano le improvvise tempeste. Ed allora ci si affidava alla Madonna di Valverde, alla Stella Maris della torre di Sant’Elmo o alla Madonnina di Capo Caccia. E proprio sull’effige di quest’ultima si legge la scritta: “Benedite e pregate per gli ardimentosi navigatori”.
Ma dove è finita ora la marineria algherese? Dove sono finiti gli ardimentosi navigatori? E dove è finita la cantieristica tradizionale? E’ stato forse tutto spazzato via in nome del progresso e di una città che cambia e che deve mostrare un nuovo volto turistico? A queste domante si cercherà di trovare risposte in un convegno organizzato dal Comitato Museo del Mare, dall'Associazione Storie di Alghero, dall'Associazione Lo Frontuni, dall'Omnium Cultural e dall'Associazione La Nave Nuragica, con la collaborazione del Comune e della Fondazione Alghero, dal titolo “La cultura del mare e la marineria ad Alghero”. Il convegno si inserisce nell’annuale festeggiamento della Madonna del Frontuni, che ha visto, il primo ottobre, la tradizionale processione a mare delle barche dal porto di Alghero fino a Capo Caccia. Sabato 4 novembre, alle 16.30, nella sala congressi de Lo Quarter, interverranno Tonino Budruni, Luciano Deriu, Giuseppina Pascalis, Sandro Alfonso, Carlo Catardi, Luca Feniello, Giovanni e Gavino Delrio, Antonello Bilardi ed i maestri d’Ascia Iavazzo e Polese. Cooordinerà Roberto Barbieri, con le conclusioni di Tore Frulio.
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