Red
30 ottobre 2017
Nuovo Consiglio regionale per il Cip Sardegna
Sabato mattina, si è svolta a Cagliari l´assemblea convocata dal Comitato italiano paralimpico Sardegna per l´elezione dei nuovi componenti del Consiglio regionale
CAGLIARI - Passaggi iniziali di un mutamento storico: il Comitato italiano paralimpico in versione Ente pubblico abbandona definitivamente i suoi vecchi abiti e comincia ad indossare quelli prodotti dal nuovo statuto. Il Comitato sardo apre il nuovo corso con l’elezione del Consiglio regionale, dopo una mattinata caratterizzata da un’affluenza di rilievo che si scontra con le percentuali pari allo zero fatte registrare in analoghi ambiti sportivi. Il primo a stupirsi del continuo via vai nella sede di Via Grosseto, a Cagliari, è stato il presidente della Federazione italiana pallacanestro Sardegna Bruno Perra, che nel ruolo di presidente della Commissione Verifica poteri si è complimentato con il presidente Cip Sardegna Paolo Poddighe ed i componenti della sua squadra, in quanto ha dato un chiaro esempio di solidità e compattezza sottolineando come non era semplice riunire tanta gente di sabato e per di più in una giornata dai connotati primaverili. Un segno concreto di come in questi ultimi due anni il Cip Sardegna abbia completamente modificato la sua immagine lavorando molto sulla trasparenza e sul dialogo costante con le Federazioni olimpiche e paralimpiche.
In quota atleti, sono due i componenti che faranno parte del Consiglio: Cristina Sanna (Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali) e Fabio Secci (Federazione italiana sci nautico e wakeboard). Si è poi proceduto alla votazione di un tecnico. L’unico candidato era Mario Trogu (Federazione italiana sport paralimpici ipovedenti e ciechi), che dopo le operazioni di spoglio è stato proclamato nuovo consigliere. Infine, l’assemblea di Via Grosseto si è espressa per i due seggi riservati alle discipline sportive associate paralimpiche. In questo caso, sono risultati eletti Monica Vargiu (Fisw) e Daniele Pittau (Federazione italiana danza sportiva).
Il presidente Poddighe ha approfittato della folta partecipazione per fare alcune riflessioni. «Nel suo percorso sardo, il Comitato italiano paralimpico ha già creato tutti i presupposti per il riconoscimento di Ente pubblico e già nel Piano triennale stilato dalla Regione autonoma della Sardegna ha istituito un fondo destinato completamente all’attività paralimpica». Poddighe ha ricordato anche il recente successo fatto registrare dalla Giornata nazionale dello sport paralimpico di Sassari: «All’iniziativa hanno aderito 18 Federazioni e 2500 bambini e nei giorni successivi ho ricevuto tanti attestati di stima da enti e istituzioni. Io ero assente per impegni istituzionali, ma l’organizzazione è andata avanti lo stesso e in modo impeccabile perché abbiamo formato un bel gruppo». Il presidente ha messo l’accento anche sul dialogo con le vere protagoniste della politica Cip: «Il nostro Ente favorisce la partecipazione delle Federazioni all’attività e nel prossimo quadriennio potenzieremo sicuramente questo aspetto. Sarà importante riunirsi al più presto per programmare l’attività con il preciso obiettivo di incrementare il numero di atleti sardi che parteciperanno alle prossime Paralimpiadi; a Rio erano in sei, ci piacerebbe portarne almeno otto a Tokio. Pertanto è nostra intenzione favorire e finanziare un percorso di crescita ad hoc».
Il vicepresidente nazionale del Cip Sandrino Porru ha portato i saluti di Luca Pancalli: «Mi ha anche raccomandato di porgere i suoi complimenti per come questo comitato funziona, e di questo ne sono orgoglioso in quanto sardo. A mio avviso è l’unico che funziona davvero al meglio perché vengono rispettati i ruoli, perché i bracci operativi sono le Federazioni. Ma si deve ancora lavorare affinché si crei una struttura operante sul territorio che permetta un’offerta capillare nel poter far svolgere attività sportive alle persone con disabilità». Per Porru, le persone speciali non sono i disabili, ma i tecnici ed i dirigenti: «Loro devono dare un’offerta di opportunità per la pratica sportiva dei ragazzi». Si è poi soffermato sul ruolo del neonato Ente pubblico: «Lo Stato italiano riconosce il ruolo dello sport paralimpico, non solo per un’azione prettamente sportiva, ma perché è stata riconosciuta anche la sua valenza sociale». Il suo auspicio: «Dobbiamo continuare ad iniettare lo spirito che questo comitato sta portando avanti. La scommessa del prossimo triennio sarà diventare membra di un unico corpo».
Nella foto: un momento dell'assemblea
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