Mariangela Pala
29 ottobre 2017
Nel libro di Nocco i soldati turritani vittime delle guerre
Si intitola “I caduti e i dispersi di Porto Torres nelle due guerre mondiali” il libro scritto dal giovane portotorrese Moreno Nocco spinto dalla sua passione per la storia militare, quella più nascosta, fatta non solo di eroi ma di uomini prima di tutto
PORTO TORRES - Un libro fatto in casa ma che va oltre i confini della comunità per abbracciare vicende tragiche che hanno coinvolto l’Europa provocando milioni di morti. Si intitola “I caduti e i dispersi di Porto Torres nelle due guerre mondiali” il libro scritto dal giovane portotorrese Moreno Nocco spinto dalla sua passione per la storia militare, quella più nascosta, fatta non solo di eroi ma di uomini prima di tutto, che rispondono “presente” all’appello dei singoli caduti elencati nella lapide situata nell’atrio del Palazzo comunale.
Il testo, frutto di un lungo lavoro di ricerca per ricostruire la vita militare e la morte di 135 caduti e dispersi turritani nei due conflitti, è stato presentato dall’autore e dal giornalista Emanuele Fancellu presso la sede dell’Associazione nazionale marinai d’Italia alla presenza del presidente Amni, Giovanni Caddeo e del consigliere nazionale Amni, Antonello Urru. «Questo vuole essere un libro senza pretesa alcuna - ha detto Moreno Nocco – se non quella di ricostruire e mantenere vivo il ricordo e il sacrificio di uomini della nostra città, non tutti decorati con medaglie di valore ma semplici soldati che indistintamente svolsero tutti il proprio dovere onorando il giuramento di fedeltà al Re e alla Patria».
Non solo le battaglie del primo conflitto mondiale raccontano le vicissitudini di questi soldati, ma le loro disavventure si raccolgono anche nei campi di prigionia, fino ad arrivare alla seconda guerra mondiale con la tragica campagna di Russia e dell’Albania per concludersi con l’armistizio dell’8 settembre del 1943 e la Guerra di Liberazione. «Un documento per la città di notevole valore – ha detto il giornalista Fancellu – perché restituisce un posto nella storia a questi uomini, molti morti giovanissimi, che hanno perso la vita per la nostra Patria». Un libro che esprime dei valori spesso dimenticati, «ma la storia se non è tramandata non ha nessuna ragione di esistere perché rappresenta la ricchezza più importante per partire con un gradino più elevato rispetto al vivere quotidiano», ha concluso il consigliere Amni, Antonello Urru.
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