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Sonia Borsato 18 dicembre 2003
All’Istituto d’Arte in esposizione il “puzzle infinito” di Monica Solinas
Nella mostra curata da Mariolina Cosseddu e allestita presso l’istituto d’istruzione superiore G.Manno, le impalpabili atmosfere della pittrice
All’Istituto d’Arte in esposizione il “puzzle infinito” di Monica Solinas

Le opere presenti nella mostra sembrano librarsi nel nulla, apparizioni di una realtà parallela, preziosi ricordi emersi all’improvviso dall’oblio. Artista completa, dopo essersi cimentata con mezzi espressivi differenti, grafica, installazioni e design, Monica Solinas approda alla pittura stabilendo con essa un rapporto intimo, dai forti tratti emotivi, un viaggio interiore, religioso quasi. E infatti tutto il suo lavoro sembra essere pervaso da una forte connotazione mistica, come se ci si trovasse di fronte a tralci di un breviario, una mappa dell’anima, un sacro itinere del quale, però, non conosciamo che un breve tratto, ignari del suo inizio e, soprattutto della sua fine.
Monica Solinas si muove con la sicurezza di chi ha interiorizzato il lungo percorso dell’arte, di chi ha fatto propri i momenti saliente della tradizione pittorica e ora se ne libera, spicca il volo da sola.
L’artista si e ci priva di ogni riferimento figurativo e narrativo, il suo è un incontro totale con il colore, una dichiarazione di libertà e valore che si perde nella cromia non come mezzo di rappresentazione ma realtà concreta, attraente; la materia la fa da padrona ma deve sottostare alla purezza della forma, alle sue necessità vitali; energici movimenti del pennello si alternano a calme distese di colore. Una linea immaginaria sembra scindere in due le tele: in basso un bianco denso e materico che dilata i contorni; in alto, per quasi un terzo della tela, foglia oro. Tensione verso l’alto, verso l’assoluto, l’oro annulla qualsiasi definizione spazio temporale, per lasciare il posto ad un forte senso del divino che si concretizza in un turbinio di emozioni fisiche. Un divino che non ha niente a che vedere con la religione ma che pare richiamarsi al mistero stesso della vita, solletica l’incognita dell’esistenza, la sottile linea che separa gli animi, che rende impercettibile un battito. L’allestimento stesso sospinge gli sguardi verso l’alto, richiede un’elevazione, fisica e morale; richiamo ad una religiosità interiore, movimento ascendente dell’animo.
Maxi pezzi di un puzzle infinito, preziose tessere di un mosaico bizantino miracolosamente giunto fino a noi, frasi di un discorso che si protrae nei secoli, sussurri di civiltà lontane, le tele di Monica Solinas sembrano impregnate di preziosità, trasudano mistero. Il suo lavoro è un silenzioso gioco di luce: come le vetrate di una cattedrale invisibile, le sue tele catturano attenzione e animo in una
tensione verso impalpabili atmosfere, verso l’aprirsi di dimensioni interiori. In questo eterno gioco di rimandi l’artista cerca e ritrova se stessa, il suo passato, in un percorso che segue esclusivamente le leggi del sentire più profondo
La mostra sarà aperta al pubblico dal 25 novembre al 23 dicembre presso la sezione dell’istituto d’arte e dal 10 al 30 gennaio 2004 presso il liceo classico.



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