Carmelo Spada
24 giugno 2017
L'opinione di Carmelo Spada
I limiti della Movida sassarese
La recente delibera del Consiglio comunale di Sassari ribattezzata dalla stampa della “Movida sassarese” rischia di generare false aspettative e i timori dei residenti potenzialmente esposti all’inquinamento acustico. Essa, seppur dilata gli orari, non può aumentare le immissioni di decibel nelle abitazioni. I limiti sono fissati dal piano acustico e dalle leggi nazionali stabiliti nel differenziale di 3decibel notturni (dalle ore 22 alle 6) tra il rumore registrato normalmente e quello ambientale causato da fonti rumorose in funzione. Va evidenziato che le misurazioni fonometriche vanno effettuate all’interno delle abitazioni con le finestre aperte.
Per quanto riguarda i piccoli trattenimenti musicali promossi da bar o ristoranti, essi si configurano come accessori all’attività principale di somministrazione di alimenti e devono essere autorizzati dal dirigente comunale competente. Il proponente deve produrre certificazione di previsione di impatto acustico e di taratura delle attrezzature elettroacustiche e dei diffusori. Esse devono essere redatte da un tecnico competente in acustica ambientale regolarmente iscritto nello specifico registro regionale. In assenza di esse (atte a tutelare, in primis, la salute degli stessi lavoratori, di quel bar o ristorante, esposti alle emissioni, degli avventori e dei residenti della zona) non possono essere autorizzate iniziative di intrattenimento all'aperto. Le autorità di controllo, in assenza di tali certificazioni, devono procedere al sequestro delle attrezzature di amplificazione, eventualmente, illecitamente utilizzate.
Per capirci, senza tali certificazioni sarebbe come voler circolare in auto senza patente di guida valida, libretto di circolazione, assicurazione r.c., revisione e collaudo dell’auto. Le leggi sono chiare e chi viene disturbato da immissioni illecite ha il diritto, sulla base delle norme vigenti, di chiedere e ottenere dalle istituzioni la tutela della propria salute e dei propri diritti. La recentissima sentenza della Cassazione SsUu n.2611/2017 specifica che il danno non patrimoniale conseguente ad immissioni illecite è risarcibile indipendentemente dalla sussistenza di un danno biologico documentato. Quindi come difendersi dai comportamenti illeciti? E’ auspicabile che le singole persone facciano massa critica organizzandosi in comitati con il supporto di tecnici in acustica e avvocati.
In Sardegna esistono diverse esperienze di cittadini organizzati: ad Alghero opera il Comitato 45decibel, a Cagliari quello denominato Rumore no grazie. A Cagliari lo scontro ha assunto toni parossistici ed è stato chiesto, e ottenuto, l’intervento sostitutivo della Regione sul Comune; mentre ad Alghero si è avviato un modello di collaborazione tra Amministrazione comunale, Comitato 45decibel, associazioni ambientaliste, comitati di quartiere e Polizia locale. E’ in funzione, presso il Comando della Polizia locale, uno Sportello di conciliazione del rumore gestito da volontari che fa prevenzione, fornisce informazioni ai cittadini e alle imprese, raccoglie le segnalazioni di disturbo subite da cittadini e da imprese (es.: hotels i cui clienti abbandono la struttura a causa della musica assordante nel circondario), suggerisce pratiche di reciproco rispetto. Solo in caso di comprovati comportamenti scorretti, l’autorità di Polizia, interviene con provvedimenti repressivi.
* delegato Wwf per la Sardegna e co-fondatore del Comitato 45decibel
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