Red
19 giugno 2017
Psa: incontro a Macomer
Alla Fiera della caccia, incontro tra l´Unità di Progetto e le associazioni venatorie. «I cacciatori sentinelle fondamentali per monitoraggio virus fra i cinghiali», ha dichiarato il direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini
MACOMER - «Un ringraziamento importante va alla grande collaborazione delle associazioni venatorie e dei cacciatori sardi che hanno dato un contributo fondamentale, con la raccolta dei campioni nei cinghiali abbattuti, per il monitoraggio della Peste suina africana nel selvatico e quindi nell’ambito delle azioni di eradicazione della malattia. All’interno di un sistema di nuove regole, che spesso sono difficili da far condividere ai cittadini a cui si chiede di cambiare le abitudini, i cacciatori hanno garantito e continuano a garantire un contributo indispensabile, dimostrando un senso civico e di responsabilità non solo verso le istituzioni, ma soprattutto verso l'interesse di tutti i sardi». Lo ha detto il responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana e direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, intervenendo al convegno organizzato all'interno della tre giorni di fiera, Caccia pesca e tempo libero, in programma a Macomer fino a ieri (domenica). La seconda edizione del più importante appuntamento regionale del mondo venatorio è stata curata dall’associazione Caccia pesca ambiente e dal Comune di Macomer.
Le prescrizioni previste dalla normativa sulle attività venatorie al cinghiale prevedono la raccolta da parte dei cacciatori, su tutti gli animali abbattuti nell’intero territorio regionale, di un campione di diaframma per le analisi sulla trichinella. Per i controlli sulla Psa è invece necessario, nelle zone bianche non infette dal virus, fare un prelievo di sangue su almeno cinquantanove capi abbattuti per macroareale, mentre nelle zone rosse infette i prelievi di sangue, oltre a un campione di milza, riguardano tutti i capi. Dalla ultima elaborazione dati sulla Psa nel cinghiale, risultano zone infette per il prossimo appuntamento venatorio (fra la fine del 2017 e le prime settimane del 2018) circa 9317chilometri quadrati riguardanti diciassette dei trentadue macroareali in cui è suddiviso il territorio della Sardegna.
Se nella stagione 2000-2001 i cinghiali esaminati erano 361 (con 27 capi risultati positivi e nessuno virus positivo) nella stagione 2014-2015 si è passati a 11386 animali controllati (278 sieropositivi e 9 virus positivi), per arrivare al 2016-2017 con 15673 campioni raccolti di cui 237 sieropositivi e 39 virus positivi. Come spiegato da Sandro Rolesu, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, incaricato di fare le analisi e di stilare i report, i dati raccolti sono incoraggianti, perché descrivono da un lato la collaborazione crescente con le compagnie di caccia e dall’altro una situazione sul piano virologico che si sta calmierando nel selvatico. Se infatti non si verificano casi fra i maiali domestici, magari ancora al pascolo brado illegale, i cinghiali tendono ad autoimmunizzarsi nei confronti del virus nel giro di un paio d’anni. Dalla stime, comunque passibili di errore, i cinghiali selvatici presenti in Sardegna dovrebbero essere intorno ai 90mila esemplari.
L’Agenzia agricola regionale Laore Sardegna si occupa, già dallo scorso anno, della formazione dei cacciatori referenti e dei sostituti per ogni compagnia. Per la stagione 2016-2017. sono stati formati 5mila cacciatori nell’ambito di un centinaio di corsi. La nuova normativa prevede, come ha ricordato nel suo intervento Daniela Sardo (Laore), che chi ha già fatto la formazione lo scorso anno non ha l’obbligo di rifarla, mentre chi non fosse riuscito a partecipare in passato può collegarsi sul sito internet dell’Agenzia e consultare i calendari delle prossime attività, che si chiuderanno martedì 31 ottobre. Sergio Masala (Azienda tutela della salute-Asl Unica) ha invece illustrato ai numerosi cacciatori presenti al convegno il quarto provvedimento emanato dall’UdP per la prossima stagione venatoria. È bene ricordare che la caccia al cinghiale è vietata su tutto il territorio regionale in forma non censita, consentendola solo ai cacciatori censiti e/o autorizzati. I cacciatori, comunque organizzati, individuano e comunicano, entro i termini previsti, ai Servizi veterinari competenti per territorio il nominativo del cacciatore referente e del suo sostituto che devono garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e gestionali. Per le zone infette, si deve chiedere entro il termine improrogabile di domenica 30 luglio l’autorizzazione in deroga allo svolgimento della caccia al cinghiale. Per i macroareali non infetti, è invece necessario inviare le comunicazioni entro e non oltre sabato 30 settembre.
Nella foto: un momento dell'incontro
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