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4 giugno 2017
I bimbi e il sorriso del mondo
In troppi casi si spegne e rimane solo il ricordo di una breve esistenza spezzata da una mano crudele. Si celebra la “Giornata internazionale per i bambini innocenti vittime di aggressioni” istituita nel 1982 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
I bimbi e il sorriso del mondo

Il 4 giugno 2017, si celebra la “Giornata internazionale per i bambini innocenti vittime di aggressioni” istituita nel 1982 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I bambini sono, o almeno dovrebbero essere, il sorriso del mondo. Ma il mondo fa di tutto per non sorridere. Così la vita di tanti, troppi, bambini viene travolta da un ciclone che la distrugge. In alcuni casi il sorriso si spegne e rimane solo il ricordo di una breve esistenza spezzata da una mano crudele. In altri casi il sorriso si appanna ed un velo di profonda tristezza ed un grande dolore ne scandiranno la vita violata; tristezza e dolore che, dopo averne negato l’infanzia, accompagneranno, per sempre e inevitabilmente, l’uomo o la donna adulti che questi bambini diventeranno, privati della loro spensieratezza infantile, violati nella loro esigenza di una infanzia protetta e condannati tristemente alla perenne ricerca di un tempo che non ritorna. Il lungo elenco dei nomi dei bambini vittime di feroci aggressioni fa paura.

Pensiamo subito alla delinquenza comune, alla mafia o alla ‘ndrangheta che pronunciano ed eseguono la condanne a morte. Condanne a morte talvolta dirette proprio nei confronti dei piccoli innocenti come nel caso eclatante e tristemente famoso di Santino Di Matteo in Sicilia o come, nel caso ormai lontano nel tempo ma non per questo meno eclatante, di due giovanissimi fratelli crotonesi freddati senza pietà all’uscita di un cinema sotto gli occhi indifferenti di tanta gente che avrebbe potuto aiutarli, ma che per timore e sudditanza nei confronti del potente di turno preferì voltarsi se non addirittura chiudere loro la porta consegnandoli ai loro carnefici. E, ancora, condanne a morte eseguite “per caso”, sol perché il bambino, figlio, nipote, amico o anche semplice passante si trovava in compagnia del soggetto da punire. Come nel caso del piccolo Domenico Gabriele a Crotone o nel caso di Cocò Campolongo a Cassano allo Jonio.

Ma non sono solo la delinquenza comune o la ‘ndrangheta che pronunciano ed eseguono la condanne a morte. Purtroppo, sempre più spesso, il bambino subisce e soccombe proprio per mano di colui o di colei di cui si fidava ciecamente. E così la vita in famiglia, se la violenza bruta non travolge il bambino e lo distrugge, diventa un incubo senza fine dal quale non si riesce ad evadere. Una gabbia di dolore e di disperazione che terranno imprigionato per sempre chi ha subito come accade anche nel caso dei bambini che vedono travolto il loro mondo dalla separazione dei genitori i quali, protesi nella loro personale guerra, non si curano dei figli o se ne curano solo per utilizzarli, coscientemente o incoscientemente, come strumento di offesa, ritorsione o ricatto nei confronti dell’altro genitore e così condannandoli a crescere in fretta all’insegna di opportunismo e indifferenza verso la famiglia e gli affetti più cari. Anche la scuola si può trasformare in un luogo ove il bambino subisce delle aggressioni terribili che ne possono minare la sicurezza e la tranquillità al punto da condurli, in casi più gravi, a togliersi la vita.

Il bullismo rappresenta una delle piaghe più orrende della nostra odierna società che travolge non già i più deboli, ma i più sensibili, coloro per i quali diventa intollerabile l’emarginazione, incomprensibile il rifiuto dei propri coetanei, dolorosa la solitudine della presunta diversità. Ma sono vittime anche tutti i bambini che nel mondo si vedono negare il diritto all’infanzia a causa di guerre assurde e sanguinose. Sono vittime quando, terrorizzati, vedono la morte dei loro cari; sono vittime quando affrontano la fuga percorrendo strade lunghe e tortuose come i bambini siriani il cui simbolo rimarrà sempre quel corpicino inerte abbandonato sulla riva del mare; sono vittime quando, stipati sui barconi, affrontano il mare per fuggire dalla fame e dalla miseria; sono vittime quando le onde si richiudono su di loro gettando nell’oblio il loro sorriso, le loro speranze, il loro desiderio di essere semplicemente bambini; sono vittime quando arrivano soli e disperati in una terra che i loro genitori speravano divenisse il loro riscatto umano; sono vittime quando vengono sfruttati, emarginati, costretti a mendicare un tozzo di pane e viene negato loro il diritto all’istruzione; sono vittime quando la delinquenza se ne serve , come si serve di tanti disperati, per arricchirsi sulle loro disgrazie e sulle loro speranze frustrate.

Al fine di studiare con particolare attenzione le problematiche connesse al mondo dell’infanzia, educare al rispetto e all’accoglienza dell’altro, il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei diritti Umani propone la realizzazione a scuola di seminari nel corso dei quali approfondire la legislazione italiana ed europea a tutela dell’infanzia e dei minori. Nel corso dei seminari, le varie tematiche ed i profili alla stesse connessi si potrebbero affrontare con l’ausilio di persone specializzate nel settore quali il Giudice Tutelare e/o il Giudice minorile; gli assistenti sociali, ma anche le forze dell’ordine e comunque tutti coloro che si occupano dei minori e delle loro problematiche. Occorre, in definitiva, che i giovani imparino a vivere nella pace e nella tolleranza. E non c’è pace né tolleranza dove non c’è il rispetto delle regole e soprattutto il rispetto della vita, di qualunque vita, e dei suoi valori fondamentali, tra i quali la solidarietà, per un futuro migliore.

*Prof.ssa Elisabetta Barbuto
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
17:27
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