26 maggio 2017
Folle contesa sul Campetto per tutti
La famiglia Fertuzzi chiede di poter riqualificare un'area ad Alghero ormai degradata, a proprie spese, in nome del compianto figlio, appassionato di basket e deceduto in seguito ad un tragico incidente stradale. Si tratta del cortile esterno alla scuola della Mercede. Ne nasce un'antipatica contesa tra la direzione scolastica e l'amministrazione comunale che lascia tutti di stucco. Forse con un minimo di buon senso e più dialogo simili scivoloni pubblici potrebbero essere facilmente evitati. Lasciando fuori strumentali posizioni più legate a problemi personali o politici che altro. Ci sono i bambini che guardano.
La famiglia Fertuzzi, per conto dell'Associazione Onlus un "Canestro sul mare", chiede di poter riqualificare un'area ormai degradata e poco utilizzata in nome del compianto figlio, Simone, appassionato di basket e deceduto in seguito ad un tragico incidente stradale. Un percorso finalizzato all'allestimento e alla realizzazione di un campo sportivo aperto a tutti, con lo scopo di creare uno spazio come punto di aggregazione e consentire l'integrazione tra i ragazzi e l'ambiente urbano. L'idea è rivolta prioritariamente proprio ai giovani e riveste pertanto un significato esclusivamente sociale, culturale, aggregativo e di diffusione della cultura dello sport. Un modo per far rivivere l'immensa gioia che animava Simone, nel basket come nella vita di tutti i giorni. Con gli amici, i conoscenti, chi con lui ha avuto il piacere di giocarci dentro e fuori dai campi.
Dopo una serie di richieste e lungaggini, l'accordo. La famiglia Fertuzzi presenta ufficialmente la proposta all'amministrazione comunale, con tanto di progetto per la messa in sicurezza degli ingressi della scuola (sostituzione del cancello) e illuminazione a led. Nuovo manto di asfalto idoneo a far palleggiare le palle a spicchi, il rifacimento della piccola tribuna, ormai inutilizzabile, la sistemazione delle ringhiere esistenti e l'installazione di tutte le attrezzature necessarie per far canestro (tralicci e cerchi ovviamente compresi). Nell'aprile del 2017 arriva il sostanziale e formale "nulla osta" dell'amministrazione che sposando in pieno il progetto approva una specifica delibera di Giunta comunale. L'area oggetto d'intervento è lo spazio all'aperto della scuola elementare "Maria Immacolata", meglio nota come la "Scuola della Mercede". Proprio in quell'area spesso utilizzata per parcheggiare le automobili, un tempo esisteva un campetto da pallacanestro con libero accesso. Faceva coppia con quello, anch'esso libero, della vicina Chiesa dei Mercedari. Chi oggi ha tra i quaranta e cinquant'anni ricorda bene quante giornate si passavano alla "Mercede" in playground e sfide incrociate. Altri tempi, altri modi per passare il tempo.
Anche ultimamente in Consiglio comunale c'è chi li ha ricordati quei tempi. Il consigliere Piras, cestista, evidentemente non li ha dimenticati. Più di una volta ha spronato l'Amministrazione affinché impedisse l'occupazione del vecchio campetto dalle macchine, chiedendone un uso migliore e consono. In molti tra i banchi di via Columbano hanno sposato l'idea della Onlus con piena convinzione: la consigliera Millanta, gli assessori Cacciotto e Tanchis, l'ex Esposito, solo per citarne alcuni. Oggi che tutto questo è possibile si accende una folle contesa. Da una parte alcuni professori e la dirigente scolastica rispediscono al mittente la proposta, dall'altra lo stupore di tanti nel leggere troppe imprecisioni su un progetto che fa della semplicità e dell'inclusione la sua forza sociale. Nessun vincolo per scuola e bambini: già nella delibera di Giunta, infatti, compare in calce «la fruizione del campo in orario scolastico dovrà essere riservata ad esclusivo utilizzo dagli studenti della Scuola elementare “Maria Immacolata”». Nessuna recinzione che impedisce i normali accessi e soprattutto un luogo finalmente messo in sicurezza. Non sarà che basterà un po di dialogo in più per spiegarsi e ritrovare il sorriso nel realizzare simili interventi? Ci sono i bambini che guardano.
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