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Lucilla La Puma 4 giugno 2007
La vergogna Rom
Reportage dal campo, al confine tra l’oscura burocrazia e l’inciviltà. E’ emergenza, per le condizioni igienico sanitarie in cui versano 60 persone di cui quindici sono bambini

ALGHERO – «Il nostro campo staziona qui da circa trent’anni. Un tempo lunghissimo in cui non sono mai stati riconosciuti i nostri diritti. Solo da alcune settimane il Comune grazie all’interessamento di qualcuno ha fatto rimuovere il cumulo di immondizia che si era formato all’ingresso e sono stati posizionati due cassonetti per la raccolta rifiuti. Siamo abbandonati e dimenticati da troppo tempo. Non abbiamo nulla, la luce è insufficiente per il numero di famiglie che ci stazionano, non abbiamo i servizi e quelli presenti non hanno mai funzionato. Siamo costretti ad andare nella pineta di fronte. Non abbiamo gas e d’inverno è difficile sopravvivere alle intemperie. I nostri figli si ammalano».

E’ lo sfogo di Vesna Hagevic, madre di sei figli di cui uno non riconosciuto dall’anagrafe. Vesna ha fatto richiesta di residenza e cittadinanza. Nessuna risposta, ma non è la sola. Nel campo rom alla periferia di Fertilia, vivono oggi 60 persone di cui 15 sono bambini. Il loro parco giochi è una discarica a cielo aperto, a ridosso di alcune baracche nelle quali dormono. Ma le condizioni igienico sanitarie a chiunque sembrerebbero ai margini della tollerabilità. Un’emergenza sociale a cui la città e l’Amministrazione, si crede, debbano porre rimedio.

Si dice che il grado di civiltà di un popolo si misuri dal grado di accoglienza che riserva a chi viene da fuori. Una vera democrazia, si dice, non è tolleranza ma rispetto. E’ integrazione ad ogni livello. E a dire il vero molti dei sessanta rom di origine yugoslava sono nati proprio ad Alghero. E’ il caso di Elvis Adzovic che ci mostra il suo documento di nascita. «Vorrei trovare un lavoro onesto – afferma Elvis – ho sempre rispettato la legge e vivo di stenti. Nel 2003 ho richiesto la cittadinanza. Nessuna risposta». I datori di lavoro rifiutano ad Elvis un lavoro regolare perché egli stesso inregolare per la Comunità.

«All’epoca della giunta Sechi erano state avviate – spiega il senatore Mauro Bulgarelli – le pratiche per la realizzazione di un campo rom regolamentare, ai sensi della legge numero 9 dell’89. Ottenuti i finanziamenti, le pratiche per completare il piano urbanistico assieme all’individuazione dell’area non è mai avvenuto. Alla giunta Sechi non riconfermata, gli è succeduta quella Baldino che congelò nuovamente il problema – continua Bulgarelli -. I finanziamenti furono destinati ad altro uso. Stessa successione con l’attuale Amministrazione. Nel 2003 si richiesero nuovamente i fondi, dopo due anni i soldi furono spesi in altri servizi». Dopo l’informativa di denuncia del movimento politico “Alghero Viva” inviata nei giorni scorsi al Prefetto della Provincia di Sassari, al capitano dei Carabinieri di Alghero e alla Procura della Repubblica di Sassari, si attendono risposte e sviluppi.



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