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P.P. 6 maggio 2017
Pietruccia Bassu in Casa Manno
"Dimmidisì", secondo appuntamento della rassegna Casa Manno per il contemporaneo, in programma ad Alghero sabato 8 aprile (dalle ore 18.00) presso la sala Multimediale del museo
Pietruccia Bassu in Casa Manno

ALGHERO - Inaugurazione della mostra "Dimmidisì" di Pietruccia Bassu, secondo appuntamento della rassegna Casa Manno per il contemporaneo, in programma sabato 8 aprile (dalle ore 18.00) presso la sala Multimediale del museo. "Dimmidisì" sarà visitabile fino al 30 aprile nei giorni di venerdì, sabato, domenica e lunedì, dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

Mariolina Cosseddu. Sono le antiche ritualità di una cultura in estinzione che Pietruccia Bassu vuole preservare dal rischio di una dissoluzione senza memoria.
In una socialità debole come quella odierna, più votata all’incontro virtuale che alla reale condivisione, le comunità del passato, di cui sopravvivono alcuni aspetti culturali ancora ricchi di significato, diventano l’oggetto di un itinerario affettivo e relazionale che lega insieme lo sguardo antropologico alla ricerca estetica e concettuale.
Il lavoro di Pietruccia Bassu è, dunque, un’indagine sul tempo, sulle possibilità, affidate all’arte, di ricostruire le trame di un vissuto - personale e collettivo - fatto di saperi, abilità, codici comportamentali regolati da un protocollo rigido e tacitamente accettato dai membri della comunità.
Muovendo da una dimensione intima, quella del suo rapporto con la madre, con la figura della nonna, ma anche con le donne del vicinato di un paese geloso delle proprie tradizioni e dei propri valori, Pietruccia Bassu si cala nei meandri di quelle relazioni sociali per interrogarsi sul ruolo dei ricordi, degli affetti, dei conflitti, delle dinamiche familiari, del senso di perdita da una parte e, dall’altra, dell’intricato bagaglio emozionale che ne deriva. L’artista raccoglie l’eredità di quelle figure femminili e la trasforma nel linguaggio della contemporaneità: nelle installazioni che propone al Manno c’è sempre, in costante divenire, un intenso processo di risignificazione degli oggetti prelevati dall’archivio di un patrimonio materiale poeticamente rivisitato. Così, la preparazione del corredo per la futura sposa è atto dovuto e inalienabile che accomuna le donne del nucleo familiare mentre le incatena in ruoli oppressivi e spesso schiaccianti. L’arte del ricamo è, dunque, azione oltremodo simbolica che cuce insieme la vita a venire con la dipendenza dalla casa materna e dal sistema sociale di appartenenza. Pietruccia Bassu, dopo aver attraversato le lunghe fasi della preparazione in opere che alludono a una sapienza manuale come bene irrinunciabile tramandato da generazioni, congela il corredo ponendolo sottovuoto e privandolo, così, della vita per mutarlo in immobile natura morta, segno ingombrante di matrimoni mai celebrati o di feticci oscuri e inquieti. In quegli oggetti “densi” che rimandano, nella loro tangibilità, a esperienze di formazione “sentimentale”, l’artista lascia intravvedere un lungo racconto attraverso cui ricostruisce se stessa partendo dagli altri. Una narrazione evocativa che dal passato ricolloca le storie nel presente assicurandole un possibile futuro, almeno nel linguaggio dell’arte
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