M.P.
8 aprile 2017
Passeggeri, nel 2016 segno più a Porto Torres
Quasi 4,5 milioni di passeggeri, circa 650 mila in più rispetto al 2015 (+ 17,2 per cento). Un dato complessivo che porta gli scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres ai primi posti nel Mediterraneo. Il Comitato Portuale di venerdì 7 aprile, ha approvato il consuntivo e la relazione annuale che chiudono l’attività del 2016
PORTO TORRES - Quasi 4,5 milioni di passeggeri, circa 650 mila in più rispetto al 2015 (+ 17,2 per cento). Un dato complessivo che porta gli scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres ai primi posti nel Mediterraneo. Un incremento dei traffici passeggeri e il mantenimento di quelli crocieristici; prosecuzione delle opere di infrastrutturazione, programmazione snella dell’utilizzo delle banchine ed intensificazione della security portuale; controllo e gestione delle aree demaniali, verifica dell’attività delle imprese portuali e dell’applicazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
Sono i principali obiettivi raggiunti nel corso dello scorso anno dall’Autorità Portuale del Nord Sardegna che, nel corso della seduta del Comitato Portuale di venerdì 7 aprile, ha approvato il consuntivo e la relazione annuale che chiudono l’attività del 2016. Dati che confermano l’attenzione dell’Autorità Portuale alle dinamiche commerciali del sistema marittimo. Contestualmente, in linea con quanto programmato nel Pot, l’azione promozionale mirata all’industria delle crociere ha favorito, nel corso del 2016, una sostanziale tenuta del mercato nel Nord isolano. Sono state in tutto 135 le navi ad aver toccato i tre porti di competenza, per un totale di 210.386 crocieristi, 28 mila in meno dell’anno precedente (149 scali registrati).
Per quanto riguarda le competenze più dirette dell’Ente, è evidente come l’approvazione della legge di riforma delle Autorità Portuali abbia inciso profondamente sugli iter di approvazione dei Piani Regolatori Portuali. Per quanto attiene a quello di Olbia – Golfo Aranci, questo potrà proseguire nel procedimento, mentre il Piano regolatore portuale di Porto Torres dovrà confluire nel più ampio Piano regolatore di sistema portuale, la cui redazione spetterà all’AdSP. Relativamente al Demanio, l’Ente ha proseguito l’opera di riordino catastale delle aree di competenza e intensificato l’attività di rilascio delle concessioni per promuovere l’avvio di nuove attività imprenditoriali e sociali.
Per quanto riguarda il Lavoro Portuale, nel 2016 è stata confermata l’attività di coordinamento e controllo delle imprese portuali, con un costante monitoraggio dei livelli occupazionali e delle condizioni di lavoro. Dato sicuramente da evidenziare, a fronte dell’incremento dei traffici, il calo degli infortuni che si riducono a 4 soli casi, contro i 10 del 2015. Anche nel campo della Security, nonostante l’innalzamento del livello di allerta nei mesi estivi e, quindi, l’intensificazione dei controlli ai passeggeri in partenza, il bilancio 2016 ha chiuso in positivo, senza alcun episodio riscontrato o particolare rallentamento nelle operazioni portuali. Sulle opere portuali, deciso impulso è stato dato alla programmazione di interventi di riqualificazione degli spazi portuali e manutenzioni straordinarie.
Tra queste, la prosecuzione, con la consegna del progetto alla Commissione Via, dell’iter dell’Hub portuale di Porto Torres (Antemurale); l’apertura della strada di collegamento viario nelle aree del Porto commerciale dello scalo turritano; la riqualificazione della Stazione Marittima di Golfo Aranci e la relativa risistemazione e potenziamento dell’illuminazione portuale. Relativamente all’innovazione e allo sviluppo, nel 2016 l’Ente è risultato vincitore di 5 progetti europei, ai quali parteciperà sia come partner diretto sia in convenzione con la Regione Sardegna – Assessorato ai Trasporti (Geecctt-Iles, Nectemus, Circumvectio, Se.Dri.Port, Sediterra).
«Nonostante il 2016 possa essere considerato un anno di transizione verso l’accorpamento delle Autorità Portuali – spiega Pietro Preziosi, Commissario Straordinario dell’Autorità Portuale del Nord Sardegna – la relazione annuale approvata in Comitato rappresenta un bilancio di attività tutt’altro che ordinaria. L’Ente e la sua struttura hanno profuso un impegno costante per dare risposte concrete all’evoluzione del sistema portuale e marittimo e ad una ripresa dei traffici entusiasmante, con un incremento della domanda di ormeggi da parte degli armatori. Quella che consegneremo alla nuova Autorità di Sistema Portuale è una realtà vivace e dai potenziali di crescita enormi, i cui risultati positivi continueranno a vedersi anche nel 2017». Nel corso della seduta del Comitato, particolare attenzione è stata riservata al rilancio della storica attività di sbarco del tonno nel porto di Olbia.
Iniziativa partita ad inizio settimana, su richiesta della Generale Conserve Spa (As do Mar), con il coinvolgimento della Compagnia portuale Corridoni, incaricata dalla società per le operazioni di scarico delle stive. Attività che ha trovato una prima e delicata difficoltà legata all’assenza, ad Olbia, del Posto di Ispezione Frontaliero, ufficio periferico del Ministero della Salute, autorizzato dalla Commissione europea ad effettuare controlli veterinari su animali vivi e prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o al transito verso altri Paesi. Una carenza che ha obbligato la nave New Takatsuki, proveniente dalle Seychelles, ad uno scalo tecnico nel Porto Canale di Cagliari per i controlli sanitari, prima di riprendere il viaggio di altri due giorni verso Olbia, con un evidente aggravio dei costi.
«Da subito abbiamo colto l’invito della Compagnia portuale a prendere posizione sulla vicenda – continua Preziosi – acquisendo le informazioni necessarie e confrontandoci con l’assessore regionale all’Agricoltura e con il sindaco della città di Olbia per un intervento istituzionale affinchè si aprisse un tavolo tecnico di confronto. Già nel corso della seduta odierna del Comitato abbiamo ritenuto opportuno invitare uno dei vertici As do Mar, Ruggero Bogoni, che ci ha illustrato le criticità ed i piani di sviluppo dell’azienda, ed allargare così il confronto con i membri effettivi del nostro parlamentino, tra i quali quelli direttamente coinvolti, come i rappresentanti delle due imprese portuali e degli agenti marittimi, i rappresentanti dei lavoratori dei porti, oltre che, chiaramente, Dogane, Autorità Marittima e rappresentanti dei Comuni e della Provincia».
Un servizio, quello del Pif, sospeso nel 2011 per carenza di specifici traffici da sottoporre a controlli sanitari. «Rispetto a 6 anni fa – continua Preziosi – la situazione è decisamente mutata. La domanda dello stabilimento olbiese As do Mar prevede una movimentazione di almeno 16 mila tonnellate di tonno per quest’anno, l’equivalente di almeno 16 navi e altrettanti controlli. È impensabile, inoltre, considerata l’entità del traffico che viene generata ogni anno nei nostri porti, obbligare le navi ad uno scalo tecnico su Cagliari. Pertanto, l’obiettivo è quello di procedere, così come previsto dall’UE, alla richiesta di riattivazione del Posto di Ispezione Frontaliero ad Olbia e, nell’immediato, consentire i controlli sanitari direttamente al porto Cocciani».
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