E' Luciano Solinas, presidente del Comitato di Quartiere di Fertilia a tornare sul Calich, nei giorni in cui l'attenzione mediatica ritorna alla ribalta con l'esplosione del bloom algale
ALGHERO - «É bene ricordare che il problema della famigerata "marea gialla" i Fertiliani lo conoscono da una trentina d'anni, da quando con una scelta insensata e scellerata realizzarono il molo di sovra flutto così come lo conosciamo. L'allora Comitato di Quartiere, contrario a tale scempio, puntò subito il dito contro l'imbuto che si stava creando. Purtroppo, come largamente previsto, le nefaste conseguenze non tardarono a manifestarsi. Il canale giorno per giorno iniziò ad interrarsi sempre di piu assumendo una colorazione tra il marrone e il verdastro intenso».
E' Luciano Solinas, presidente del Comitato di Quartiere di Fertilia a tornare sul Calich, nei giorni in cui l'attenzione mediatica ritorna alla ribalta con l'esplosione del bloom algale [
LEGGI]. Il delegato dei residenti della borgata giuliana, che sorge nell'insenatura della laguna naturale, fa un passo indietro per individuare tempi e cause. E se Solinas non ha dubbi sull'origine dei mali, ne ha ancora meno su ciò che ha peggiorato la situazione giorno dopo giorno: i reflui del depuratore di San Marco: «d'altronde la stessa Arpas Sardegna, nella sua relazione annuale "Sullo stato trofico della laguna del Calich", chiaramente punta il dito sui reflui del depuratore di San Marco e del molo del porto di Fertilia» incalza.
Il numero uno del Comitato, invece, è poco convinto che l'apporto dei nutrienti portati dalle piogge possa realmente fare la differenza sulla voragine del problema «in quanto non abbiamo avuto in questo ultimo periodo acquazzoni abbondanti». «A differenza dell'apporto giornaliero di azoto e fosforo da parte del depuratore di Santa Maria la Palma e in primis quello di San Marco. Ricordiamo - puntualizza il presidente - che il solo depuratore di San Marco, sversa annualmente nella laguna circa 49 tonnellate di azoto e 8,5 tonnellate di fosforo».
E conclude con un appello: «se realmente si vuole riportare la salubrità della Laguna del Calich ai parametri di trent'anni fa, in modo da garantire un corretto sviluppo di pesca e di allevamento di bivalvi, oltre a quello ambientale turistico, non si può non intervenire sul molo di sopraflutto, così come sarebbe sensato dirottare i reflui di Santa Maria la Palma al depuratore di San Marco. E i reflui non utilizzati per uso irriguo necessariamente vanno direzionati in mare. Solamente quando s'interverrá su tali punti potremo azzerare le lancette dell'orologio e dare il via alla nuova vita della Laguna del Calich».
Nella foto: Luciano Solinas