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Red 16 febbraio 2017
Sardo e liturgia, gli italiani dell´altrove
Venerdì, nella Sala convegni Diego Carpitella del Museo delle civiltà-Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, nel quartiere romano dell´Eur, si è svolto l’annunciato incontro
Sardo e liturgia, gli italiani dell´altrove

CAGLIARI - Venerdì, nella Sala convegni Diego Carpitella del Museo delle civiltà-Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, nel quartiere romano dell'Eur, si è svolto l’annunciato incontro “Gli italiani dell’altrove”. Occasione importante per presentare lo spaccato di cultura materiale ed immateriale della realtà dei sardi, una delle dodici minoranze linguistiche storiche riconosciute in Italia, presente “altrove”, oltre i confini territoriali dell’Isola.

Colonna sonora dell’evento, Cuncordu Planu de Murtas di Pozzomaggiore, formazione canora che in apertura ha intonato “Sardigna mia”, di Giorgio Pinna, poesia contemporanea resa famosa dalla versione in Fa diesis di Maria Carta. Altri momenti sonori hanno accompagnato gesti e parole nelle diverse fasi dell’incontro. Tuttavia, se le composizioni poetiche a tavolino o sul palco utilizzano e conservano il ricco lessico sardo, è la Chiesa isolana che continua ad essere l’unica istituzione a custodire senza interruzione di continuità la lingua materna all’interno del rito. A fine giornata, nella Chiesa dei Pallottini del Santissimo Salvatore in Onda, sul Lungo Tevere, il canto in lingua materna diventa preghiera. Accanto alla cappella in cui sono custodite le spoglie mortali della Beata Elisabetta Sanna da Codrongianos, recentemente beatificata da Papa Francesco, Don Jan Korycki, padre postulatore per la causa dei Santi, accoglie i soci dei circoli romani Gremio ed Acrase, Quattro Mori di Ostia Lido e Su Nuraghe di Biella.

Nei giorni della novena appena iniziata e fino a sabato 18 febbraio, le celebrazioni eucaristiche incominceranno col Segno della Croce in Limba. In lingua materna anche l’inizio delle sante messe mensili, fino alla canonizzazione. A Roma, il prete polacco inizia la santa liturgia col Segno della Croce in lingua sarda, così come a Cagliari l’arcivescovo piemontese Arrigo Miglio per i congressisti della Federazione delle associazioni sarde in Italia. Così pure a Biella, ai piedi delle Alpi, “ai confini del regno”. Sabato, per la celebrazione vespertina della prima memoria liturgica della Beata, arriveranno da Codrongianos altri cantori accompagnati da don Salvatore Saba, per anni parroco del paese in cui è nata Elisabetta Sanna.
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