Red
23 gennaio 2017
Pescatori in piazza il primo febbraio
«Viviamo una delle peggiori crisi degli ultimi vent´anni e la Regione tace», dichiara il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu in vista della manifestazione in programma a Cagliari
CAGLIARI - Ci saranno anche i pescatori, mercoledì 1 febbraio, a Cagliari, per manifestare insieme agli agricoltori e gli allevatori. «Anche il mondo della pesca si è stancato del silenzio della Regione – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - Le innumerevoli richieste e proposte portate nelle scrivanie delle istituzioni regionali sono rimaste senza risposte, lasciando gli operatori in balia di una delle peggiori crisi degli ultimi vent'anni, mentre continua a fiorire il mercato delle importazioni che soddisfa l’80percento dei consumi ittici».
L’elenco delle richieste è lungo. «Da anni chiediamo l’istituzione di una direzione generale per un settore schiacciato da una burocrazia asfissiante: le competenze sono frammentate in quattro Assessorati», accusa il responsabile di Coldiretti impresa pesca Mauro Manca. I pescatori aspettano una politica di accesso al credito; l’istituzione di un osservatorio che fornisca dati reali sulle produzioni locali così come un’azione di controllo e repressione per la pesca illegale ed abusiva, che fa concorrenza spietata e sleale alle aziende regolari. A tre anni dall’inizio della programmazione comunitaria del Feamp 2014/2020, i bandi fermi con il rischio reale di ripetere o addirittura peggiorare il triste primato portato a casa dalla Sardegna nella vecchia programmazione, quando è risultata maglia nera a livello nazionale (e forse europeo) in termini di spesa: un terzo delle somme non sono state impegnate. «Perdite importanti derivano pure dalla fauna selvatica ed in particolare dalle specie protette e non cacciabili come i cormorani e i delfini – sottolinea il presidente di Uecoop Sardegna Vittorio Cadau - Aspettiamo una legge Regionale ad hoc per risarcire i danni».
La musica non cambia per la piccola pesca costiera, oltre mille delle 1300 barche iscritte in Sardegna, in difficoltà a causa di normative “distanti”, dettate da istituzioni europee insensibili alla valorizzare delle tipicità e produzioni locali. «Chiediamo – ricorda Manca - che la Regione si attivi per richiedere l’ampliamento delle quote di tonno e di pesce spada, nonché l’ampliamento delle quote per le catture accessorie». Per l’acquacoltura non è più rinviabile l’approvazione di una legge regionale che regolamenti il rinnovo delle concessioni demaniali marittime e che consenta la rideterminazione dei canoni annui. «Non si può ripetere lo scandalo della scorsa programmazione – evidenzia con forza Mauro Manca – quando dei 4.400milioni di euro del vecchio Fep riservati all’acquacoltura, sono stati spesi solo 400milioni, rinunciando a ben 4milioni di euro come ci dicono i dati di Argea. Questo si è verificato, perchè le aziende non potevano garantire la “cogenza” delle concessioni demaniali marittime per un periodo minimo di cinque anni».
Nella foto: Mauro Manca
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