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Red 23 gennaio 2017
A Cagliari, successo per la Global Game Jam
Si chiude con successo la prima edizione cagliaritana della manifestazione sulla creazione di giochi e videogame, che si è tenuta in contemporanea in 702 città del mondo
A Cagliari, successo per la Global Game Jam

CAGLIARI - Sei videogiochi e tre giochi da tavolo creati nell’arco di due giorni. E’ questo il risultato della Global Game Jam di Cagliari, che ha portato all’ex Manifattura Tabacchi game designer, informatici, narratori, più o meno giovani, ma tutti accomunati dalla stessa passione. Per gli organizzatori, l’associazione Fabbricastorie, è stato un successo soprattutto se confrontato ai numeri di città più popolose come Catania (40 partecipanti), Roma (84), Torino (174), Milano (405).

“Sono stati due giorni in cui la creatività ha sposato la tecnologia, i 39 partecipanti sono partiti da una storia o un’idea che poi si è concretizzata grazie alla collaborazione di più saperi. Questo indica il vero spirito della manifestazione: non competitivo ma collaborativo. L’appuntamento è per l’anno prossimo, ce l’hanno già chiesto in tanti e stiamo già lavorando all’edizione 2018”. Infatti, ai tavoli a confronto era possibile vedere cinquantenni e ventenni, signori cresciuti con i giochi di ruolo Anni Novanta assieme ad adolescenti che hanno passato pomeriggi in compagnia di sparatutto e Fifa. Tra i partecipanti, ragazzi e ragazze all’ultimo anno di liceo o provenienti dalle facoltà di ingegneria, architettura, perfino un ragazzo sardo laureato all’università di game design a Malta.

Lo start è partito, in contemporanea mondiale, alle ore 17 di venerdì. Dopo aver ascoltato in streaming la consegna, ovvero il tema sul quale basare i giochi, si è passati ai pitch: i partecipanti hanno proposto diverse idee di gioco il cui argomento comune era quello delle onde. Di qualsiasi tipo: marine, elettriche, magnetiche, emozionali. Dopo quarantotto ore, trascorse tra risate e stanchezza, ecco i risultati. Giochi di ruolo, di carte ma per la maggior parte videogiochi. Come “Hide and Seek” (realizzato in 3d), oppure l’applauditissimo “John Wave”: un cow boy deve sconfiggere un capo indiano che ha sguinzagliato contro di lui orde di nemici.



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