Marco Tedde
5 dicembre 2016
L'opinione di Marco Tedde
Caporetto per il Centrosinistra sardo
Ha vinto il popolo, il fronte del No, il Centrodestra o i difensori della Costituzione? Un po' tutti e un po' nessuno. Ma è invece certo chi ha perso: di sicuro Renzi e, per quanto riguarda la nostra Isola Pigliaru, il Pd e i sindaci che si sono apertamente schierati col Si e che hanno portato la Sardegna a conseguire il record italiano dei No: il 72,2percento. La “Caporetto” del Centrosinistra isolano, che si è realizzata nonostante lo sbarco in Sardegna di Renzi e di buona parte del Governo, è la sua seconda disfatta dopo le Amministrative di giugno. Due ko nel giro di qualche mese hanno un significato univoco: il Centrosinistra in Sardegna ha fallito.
C'è un elemento che unisce come un filo rosso l'agire politico di Renzi e degli sconfitti sardi: il marketing politico. Una pratica esercitata quotidianamente in modo ossessivo dall'inizio della legislatura e dei mandati amministrativi che ha dimostrato di non essere sufficiente a soddisfare un’Isola che sta vivendo una crisi economica e sociale di difficile soluzione. I cittadini vogliono atti e fatti concreti. Magari piccole cose, ma reali e tangibili. Un principio che vale per Pigliaru, ma anche, e soprattutto, per i sindaci di Sassari e Alghero e per gli altri colleghi dediti al marketing politico compulsivo. La cornice di questo tracollo è costituita dalle risse che dall'interno del Pd isolano paralizzano la Regione e il Consiglio Regionale. A partire dai trasporti per arrivare alla soluzione delle crisi industriali, passando attraverso l'incapacità di gestire il fenomeno dell'immigrazione e di spendere 33milioni di euro per il reddito di inclusione, che potrebbero dare un po' di ossigeno a decine di migliaia di famiglie sarde in stato di estrema difficoltà.
Ma influiscono negativamente anche le risse del Pd e del Centrosinistra negli enti locali, a partire da Sassari per giungere ad Alghero, arrivando ad Oristano. Di certo, c'è anche che il malcontento nei confronti del Governo nazionale, regionale e dei sindaci sardi del Centrosinistra s'è fuso con la reazione dei cittadini italiani nei confronti di un tentativo di riforma costituzionale che fin dai primi passaggi s'è rivelato un pastrocchio. Ora, per quanto ci riguarda, attendiamo le prossime mosse di Pigliaru e dei sindaci del Si. Ma una cosa è certa: debbono partire dalla considerazione che il marketing politico deve accompagnare e non sostituire l'azione di governo e quella amministrativa. E che i sardi hanno necessità di un presidente della Regione e di sindaci meno attenti alle regole e ai riti dello showbiz politico. La Sardegna sta affondando e ha necessità di marinai politici che facciano il loro mestiere e non quello di showman.
* vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale
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