Ugo Cappellacci
5 dicembre 2016
L'opinione di Ugo Cappellacci
Le dimissioni da chi governa la Sardegna
Renzi ha tentato di modificare la Costitutuzione in solitudine per consolidare il suo potere senza consenso, Pigliaru ha tentato di svendere l’Autonomia sarda per ragioni di carriera: sono stati travolti entrambi da un’onda popolare, che ha visto la Sardegna esprimere la percentuale più alta di NO a livello nazionale.
Il primo si è dimesso, il secondo, se avesse un briciolo di dignità, dovrebbe seguirlo a ruota perché non solo ha tradito tutti gli impegni ma ha tradito i sardi sui principi fondamentali del nostro Statuto ed è rimasto solo. I messaggi che provengono dal voto sono chiari: l’Europa e i potentati economici non possono dettarci il compitino, chi prova a toccare il nostro diritto di voto viene punito e, soprattutto, la sovranità nazionale e l’autonomia dei sardi non si possono svendere.
Su questi valori e sulla capacità di coinvolgere le migliori energie del Paese deve nascere la Terza Repubblica, che per noi può derivare da quattro cambiamenti: elezione diretta del Capo dello Stato, limite costituzionale alla tasse, vincolo di mandato per evitare i cambi di casacca e la riduzione del numero di parlamentari. E nella Terza Repubblica immaginiamo una nuova Autonomia, che riconosca nella specialità i diritti dei sardi e che veda ampliate le nostre funzioni su trasporti, energia e tasse.
Sono aspetti sui quali continuiamo a battere con la credibilità dei fatti e con battaglie sempre attuali, come la flotta sarda, la zona franca, la vertenza entrate e tutte le altre con cui abbiamo rivendicato il diritto dei sardi a determinare il proprio destino anziché subire scelte compiute da altri. Chi ha ammainato quelle bandiere è stato punito è ora che la sovranità nazionale e l’Autonomia dei sardi ricomincino ad essere il vessillo di tutti, che sventola al di sopra di tutte le altre bandiere.
*coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna
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