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Antonio Sini 23 novembre 2003
Niente condono edilizio, per ora, in Sardegna
E’ necessaria una legge regionale ad hoc, in troppi comuni ci sono ancora pratiche inevase dai condoni passati
Niente condono edilizio, per ora, in Sardegna

Gli Italiani con le loro 30.000 firme non sono riusciti a bloccare il cammino segnato dal condono edilizio.
La camera dei Deputati, nei giorni scorsi, ha approvato definitivamente la conversione in legge del maxi decreto collegato alla Finanziaria. Ci sono stati 301 voti favorevoli e solo… 77 contrari, l’opposizione in pratica ha disertato il voto, il testo della legge e il suo contenuto è passato senza modifiche rispetto a quello licenziato dal Senato precedentemente, sono stati ritirarti gli emendamenti della maggioranza e fatti decadere quelli dell’opposizione.
Il condono edilizio prevede una sorta di “limite” (!) oltre il quale non si può sanare: 750 metri cubi per l´ampliamento e 3.000 metri cubi per stabile in caso di nuove costruzioni. Legambiente, WWF insieme ad altre associazioni ambientaliste hanno manifestato fuori dal palazzo del Ministero dell’Economia, le critiche verso il Governo sono state durissime :”è passato il peggior condono della storia del nostro Paese, un regalo per le ecomafie del mattone che in Italia superano i cento clan”. La legge approvata l’altro ieri non è però direttamente applicabile in Sardegna, è necessaria, per essere applicata una legge regionale ad hoc, come conferma una lettera inviata dalla Giunta Regionale attraverso l’Assessorato all’urbanistica, a tutti i comuni della Sardegna.
Gli ambientalisti si augurano che il Consiglio regionale eviti gli effetti disastrosi di un condono, che obbligherebbe i Comuni ad effettuare nuove spese d’urbanizzazione, spese che graverebbero su tutta comunità dei contribuenti. Infatti fra le maggiori opposizioni dell’ANCI, e di molte regioni, è che il problema del condono non finisce nel momento in cui “l’abusivo” chiede di sanare, pagando l’illecito, ma si innesca un sistema perverso che prevede spese superiori agli introiti nel momento in cui l’abusivo chiede l’urbanizzazione che è a carico dei comuni, come dire si paga 100 e se ne spendono 500 a carico dell’ente pubblico.
Ultimo e non piccolo particolare, in troppi comuni, ci sono pratiche inevase dai condoni passati, con tanti abusivi che hanno avviato la pratica di sanatoria pagando magari la prima rata e non saldando il dovuto per intero. Una beffa nella beffa escogitata dai soliti… furbi .



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