Red
17 ottobre 2016
«Bonus di 80 euro anche ai pensionati»
Sono le proposte presentate venerdì a Stintino all’assemblea regionale dei Federpensionati Coldiretti da parte del neo presidente nazionale Giorgio Grenzi
CAGLIARI - «Estendere il bonus di 80 euro anche ai pensionati; adeguamento degli importi minimi di pensione agli standard europei; definire un sistema di perequazione delle pensioni stabile; utilizzare un indice dei prezzi che rifletta le caratteristiche del paniere di spesa dei consumatori poveri». Sono le proposte presentate venerdì a Stintino all’assemblea regionale dei Federpensionati Coldiretti da parte del neo presidente nazionale Giorgio Grenzi. A fare gli onori di casa il presidente regionale Giovanni Girasole: «in Sardegna abbiamo oltre 22 mila soci Senior e di questi molti sono donne».
«Siamo l’associazione di pensionati più grande d’Europa con oltre 800mila soci - ha poi detto il segretario nazionale dell’Associazione pensionti Danilo Elia -. In un momento difficile come questo la Coldiretti è più che mai attiva e sta ridando dignità all’agricoltura». L’incontro, a cui hanno preso parte il presidente e direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba, e il delegato di Coldiretti giovani Sassari Angelo Cabigliera, ha visto la partecipazione attiva dei soci pensionati provenienti da tutta la Sardegna. A fare sintesi, in chiusura di assemblea è stato il presidente Grenzi, che ha anche presentato le proposte della Federpensionati presentate nei giorni scorsi al ministro del Lavoro Poletti.
«Abbiamo chiesto di estendere il bonus Irpef di 80 euro anche ai pensionati con un reddito compreso tra 6,5 e 10 mila euro, mentre dovrebbe essere parziale e progressivamente decrescente per i redditi compresi tra i 10 e i 12 mila euro. Stiamo chiedendo anche di utilizzare un indice di prezzi in cui sia più ampio il peso di beni alimentari, energetici e sanitari. Definire un sistema di perequazione delle pensioni stabile, in grado di garantire un potere di acquisto delle pensioni adeguato nel tempo; l‘adeguamento degli importi minimi di pensione agli standard europei: il Comitato per i diritti sociali del Consiglio europeo ha denunciato la violazione in Italia della Carta sociale Europea. I minimi pensionistici non devono essere inferiori al 40% del reddito medio nazionale, dunque 650 euro anzichè 502».
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