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31 marzo 2007
Nuovo esposto contro i campeggi nel Parco di Porto Conte
Ad avviare la nuova azione le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico
ALGHERO – Nuovo esposto contro i campeggi nella splendida Baia di Porto Conte. Gli insediamenti all’interno del parco naturale di Porto Conte, sito di importanza comunitaria tutelato con vincolo paesaggistico e sottoposto a conservazione integrale, fanno sempre discutere. Ad avviare la nuova azione le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico che ieri (30 marzo) hanno inoltrato le carte bollate alle pubbliche amministrazioni statali (Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, Soprintendenza ai beni ambientali di Sassari), regionali (Presidenza della Regione, Assessorati regionali dell’urbanistica e dei beni culturali, Servizio tutela del paesaggio di Sassari) e locali (Provincia di Sassari, Comune di Alghero), al Corpo forestale e di vigilanza ambientale, alle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Sassari e di Cagliari ed alla Commissione Europea. In precedenza altri cinque esposti (17 maggio 1999, 11 luglio 2000, 3 agosto 2004, 18 giugno 2005, 21 ottobre 2006) hanno comportato l’avvio di indagini penali e diversi provvedimenti amministrativi. «La vicenda dura ormai da troppi anni – affermano le associazioni ecologiste - basti ricordare solo alcune delle vicissitudini del più esteso fenomeno di abusivismo edilizio». Gli ecologisti si riferiscono al “campeggio Sant’Igori” (proprietà della Libertourist s.r.l. di Alghero con oltre 250 concessioni in favore di propri soci per installarvi strutture edilizie per soggiorni estivi) per il quale, fin dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso e poi nel 1990 (ordinanze nn. 2-3/u del 2227 luglio 1984, n. 94 del 23 maggio 1990), il Comune di Alghero ordinò la sospensione e demolizione dei lavori abusivi (numerosi prefabbricati e altrettanti basamenti in cemento) ed il ripristino ambientale. Con decreto del 23 maggio 1990 l’allora G.I.P. presso la Pretura circondariale di Sassari dott. M. Brianda disponeva il sequestro preventivo dell’area nell’ambito dei procedimenti penali n. 2774/90 R.G. e n. 7211/90 G.I.P., sequestro revocato rapidamente in data 14 giugno 1990, all’inizio della stagione estiva. Nel 1994 venne richiesto l’intervento del Servizio vigilanza edilizia dell’Assessorato regionale EE.LL., finanze, urbanistica per utilizzare i mezzi regionali e procedere alla demolizione. Nei mesi successivi erano stati programmati gli interventi ma una qualche “mano” spense i motori già accesi dei “caterpillar”. Nel 1998 (ordinanza n. 194 del 23 novembre 1998) il Sindaco di Alghero ordinò la chiusura dei campeggi per motivi igienico-sanitari. Nel 2000 l’Assessorato regionale P.I. e BB.CC. – Ufficio tutela paesaggio di Sassari provvide a contestare gli abusi edilizi riscontrati (nota n. 1724 del 24 febbraio 2000), reiterando quanto già fatto 10 anni prima (note n. 6784 del 6 giugno 1990 e n. 11464 del 9 ottobre 1990). Nel 2002 il sindaco di Alghero avv. Marco Tedde, nelle sue dichiarazioni programmatiche esposte in Consiglio comunale, aveva esplicitamente affermato che la sua amministrazione avrebbe provveduto alla demolizione dei campeggi abusivi senza alcun esito. Nell’agosto 2004 il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale metteva sotto sequestro un campeggio abusivo sempre a Porto Conte (loc. Stamparogias). 70 piazzole per roulottes, alcuni fabbricati, reti elettriche in corso di realizzazione su 3 ettari a due passi dalla battigia marina. Sarebbe dovuto essere soltanto l’inizio. Il Comune di Alghero avrebbe accertato la presenza di ben undici campeggi abusivi con ben 236 violazioni urbanistico-edilizie e circa 6.000 presenze. Lo scorso 5 ottobre 2006, invece, l’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente avrebbe comunicato al Comune di Alghero il proprio parere favorevole per la realizzazione di un depuratore. La vicenda ha dell’incredibile. A fine ottobre 2006, appresa la notizia, il Comune di Alghero, dichiarava che non avrebbe rilasciato i necessari “permessi di costruire”. In questi giorni viene, quindi, inoltrato un nuovo esposto alle pubbliche amministrazioni ed alla magistratura da parte delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico per giungere al rispetto della legalità ed al ripristino ambientale. «Anche per garantire quella qualità ambientale che è alla base del richiamo turistico della “Riviera del corallo” – affermano le associazioni - non ci possono essere più tentennamenti o scuse per procedere al ripristino della legalità violata e dei valori ambientali propri della Baia delle Ninfe».
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