Mariangela Pala
6 ottobre 2016
Un piano per riqualificare il polo industriale di Porto Torres
Tre su quattro sono gli interventi previsti nel polo industriale di Porto Torres al centro di un programma di interventi per la realizzazione di infrastrutture pubbliche al servizio del triangolo industriale dell’area di crisi che comprende anche Alghero e Sassari
PORTO TORRES - Tre su quattro sono gli interventi previsti nel polo industriale di Porto Torres al centro di un programma di interventi per la realizzazione di infrastrutture pubbliche al servizio del triangolo industriale dell’area di crisi che comprende anche Alghero e Sassari. Imprese del comparto chimico che chiudono, le ripercussioni nel settore occupazionale e la difficoltà delle attività produttive che ancora resistono. Una crisi economica del comparto industriale a cui il Consorzio industriale ha risposto con un “Piano di riconversione e riqualificazione industriale” già riconosciuto dalla Regione.
Il presidente Pasquale Taula, il direttore generale Luigi Pulina e il presidente di Asa e delegato nel cda del Comune turritano, Claudio Pecorari, hanno illustrato i quattro driver di sviluppo individuati nei mesi scorsi, tre dei quali riguardano proprio il principale sito del nordovest. Dalle nuove infrastrutture logistiche all’energia, passando per la salvaguardia ambientale, i progetti del Consorzio hanno incontrato la piena approvazione bipartisan dal Consiglio comunale. Nel suo intervento, il presidente del Consorzio Pasquale Taula ha ricordato come per il Consorzio sia un punto d’orgoglio che buona parte delle proposte contenute nel Piano di riconversione e riqualificazione, presentato nello scorso giugno agli enti locali e alle forze sociali e imprenditoriali, sia stata ripresa dalla Regione nel dossier collegato all’inserimento del sito di Porto Torres tra le aree di crisi complessa.
Un provvedimento che - una volta sancito dal ministero dello Sviluppo economico - porterà, è stato detto, da un lato al sostegno e alla formazione del personale che non ha più accesso agli ammortizzatori sociali ordinari, dall’altro alla possibilità di ridisegnare l’economia dell’area industriale, tratteggiando un vero e proprio programma di rilancio del sito turritano. Nel dossier dell'Area di crisi complessa, si parla anche del Travel Lift per la nautica da diporto. I piani sono improntati, perciò, anche allo sviluppo di settori industriali alternativi, come quello della cantieristica navale.
«Il nostro ruolo è quello indicato dal Piano industriale della Regione - ha detto Taula - che ridisegna i Consorzi come promotori di una nuova progettualità, non più solo come meri amministratori di condominio delle aree. Noi siamo invece il braccio operativo degli enti locali nostri azionisti, lavorando sul campo». Il numero uno del Cips ha quindi ricordato la grande opportunità del Gnl, per la cui costruzione dei depositi costieri è stata già individuata Porto Torres come sede primaria insieme a Cagliari. Fondamentale, inoltre, la necessità di recuperare alla produttività le aree ex Eni destinate a costituire la base della macroisola, un agglomerato moderno e d’eccellenza nel Mediterraneo, affacciato sul mare e servito da nuove infrastrutture viarie.
«Dopo un anno di lavoro stiamo per raggiungere un importante risultato - ha aggiunto il direttore Luigi Pulina - con l’inserimento di Porto Torres tra le aree di crisi complessa. Abbiamo messo a disposizione le nostre competenze, disegnando un piano strategico che prevede investimenti per circa ottanta milioni di euro, ma è fondamentale il supporto dei soci, come il Comune di Porto Torres, per combattere una battaglia condivisa». Passi avanti anche sul capitolo bonifiche: il Consorzio ha concluso il processo di caratterizzazioni nelle aree di propria competenza e i risultati delle analisi condotte dall’Arpas sono attesi a breve, consentendo di restituire al territorio un’ampia fetta di terreno finora inutilizzabile entro il 2017. Un supporto costante è stato richiesto al Consiglio dal delegato del Comune nel cda dell’ente, Claudio Pecorari: “Dobbiamo velocizzare il più possibile l’esecuzione dei progetti, dar loro gambe per per mettere a disposizione nuovi posti di lavoro e cambiare pelle all’economia del territorio».
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