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S.A. 5 ottobre 2016
«Capo Frasca, pronti ad accordo»
La Sardegna chiede riequilibrio, cessione di beni non utilizzati, istituzione di monitoraggi ambientali indipendenti: A dirlo il presidente della Regione Francesco Pigliaru che interviene sulle proteste delle marinerie di Oristano degli ultimi due giorni
«Capo Frasca, pronti ad accordo»

ORISTANO - «La Sardegna chiede riequilibrio, cessione di beni non utilizzati, istituzione di monitoraggi ambientali indipendenti, riconversione in senso duale delle attività svolte nei poligoni. Queste posizioni sono da tempo note al Ministro che, per quanto ci risulta, le sta valutando. Rispetto all’accordo su Capo Frasca noi siamo pronti a siglarlo anche nelle prossime ore».

A dirlo il presidente della Regione Francesco Pigliaru che interviene sulle proteste delle marinerie di Oristano degli ultimi due giorni [LEGGI]. «Il sottosegretario Rossi è bene informato del fatto che lo specifico tavolo di concertazione nato per definire le condizioni e i criteri certi di accesso agli indennizzi per i pescatori di Capo Frasca ha lavorato proficuamente da gennaio a marzo di quest’anno. Il documento tecnico conclusivo, condiviso da Regione, enti locali interessati e associazioni di categoria, è stato inviato a noi, al Ministro Pinotti e ai Parlamentari della IV Commissione Difesa per la successiva condivisione politica. Da allora nessuna risposta da parte della Difesa nonostante i nostri numerosi solleciti» spiega ancora il governatore.

«Si tratta di una questione di equità e parità di condizioni, come abbiamo ormai molte volte sottolineato, ed è una trattativa specifica, così come quella che concerne l’erogazione dei contributi ai Comuni per il quinquennio 2009-2014, anche in questo caso diritti maturati da tempo e non ancora riconosciuti. Non siamo davanti a generiche richieste di assistenza passiva - prosegue il presidente Pigliaru -, ma a lavoratori che chiedono la mitigazione delle misure interdittive alla pesca attraverso la revisione delle ordinanze di sgombero, la riperimetrazione delle aree interdette, la bonifica dei fondali dalla presenza di ordigni bellici, la previsione di rotte per garantire i rientri in sicurezza nelle giornate avverse e infine il riconoscimento degli indennizzi per tutte quelle occasioni in cui le attività non possono essere svolte a causa delle attività esercitative».
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