Il settennato di Francesco Cossiga (1985-1992) è stato segnato da vicende di forte intensità sia in politica interna che in politica estera. Nel Diario dell’addetto stampa del Quirinale gli anni del lento declino dei partiti tradizionali. Le interviste in occasione della presentazione de “La svolta di Francesco Cossiga. Diario del Settennato”
Ludovico Ortona, ambasciatore di famiglia di grandi ambasciatori (suo padre Egidio fu il diplomatico che guidò il radicamento dell’Italia nella politica atlantica, dall’ambasciata di Washington) è stato l’addetto stampa del Quirinale fra il 1985 e il 1992. Durante quel periodo tenne un diario quotidiano “La svolta di Francesco Cossiga. Diario del Settennato” appena arrivato in libreria, edito dalla Aragno Editore (con una prefazione di Giuliano Amato e una postfazione di Pasquale Chessa).
È stato presentato giovedì scorso nella Sala Koch di Palazzo Madama, proprio da Giuliano Amato, giudice costituzionale, Franco Venturini, editorialista di esteri del
Corriere, Stefano Folli editorialista di politica interna della
Repubblica con Pasquale Chessa, giornalista e storico, ma anche direttore di
Alguer.it, nel ruolo di moderatore. Fra il pubblico anche il più insigne successore di Cossiga, il presidente emerito Giorgio Napolitano.
Il settennato di Francesco Cossiga (1985-1992) è stato segnato da vicende di forte intensità sia in politica interna che in politica estera. Sono gli anni in cui si assiste ad un lento declino dei partiti tradizionali, una rivoluzione negata dalla classe dirigente del Paese, destinata invece a sconvolgere l'intera mappa del potere politico. Sul piano internazionale si verifica un rivolgimento epocale con il crollo del muro di Berlino nel 1989, il susseguirsi di eventi nei Paesi dell'Est e la successiva dissoluzione dell'Unione Sovietica. |
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