A.B.
14 settembre 2016
A Bonarcado la Festa della lingua sarda
Il movimento linguistico riparte dalla democrazia digitale: «Se la politica snobba la lingua sarda, il movimento linguistico ribatte con la democrazia digitale dal basso»
BONARCADO - Se la politica snobba la lingua sarda, il Movimento Linguistico ribatte con la democrazia digitale dal basso. Facebook, traduttore automatico, progetti europei sul digitale, programmi ed app in sardo, riviste on-line, giochi interattivi, blog e chat, tutte iniziative volte a valorizzare, al di là dei momenti istituzionali, l’idioma isolano. E’ anche il piatto forte del ricco menù della terza edizione della Festa de sa Limba Sarda Ufitziale, che si svolgerà a Bonarcado, sabato 24 e domenica 25 settembre. Cura la rassegna, come per le altre edizioni, il Coordinamentu pro su Sardu Ufitziale, organizzazione di attivisti ed esperti molto impegnata negli ultimi anni sul fronte della politica linguistica, sostenitrice della “normalizzazione” moderna del sardo e della “Limba Sarda Comuna”. L’obiettivo della “festa”, un vero e proprio congresso del movimento linguistico sardo, è proprio quello di denunciare un certo disinteresse al tema da parte delle istituzioni regionali non attraverso sterili polemiche, ma presentando quanto di positivo gli attivisti, pur senza il sostegno politico della Regione, hanno fatto nell’ultimo anno per la lingua sarda. C’è anche chi propone provocatoriamente di fondare un partito della lingua sarda e presentarsi alle elezioni.
Con la collaborazione del Comune di Bonarcado, dell’associazione Su Condaghe e di altri gruppi e sodalizi identitari, per due giorni (sabato, dalle ore 16.30, e domenica, dalle 10), nel centro polivalente di Su Lare, si potranno apprezzare le migliori proposte e testimonianze sulla politica linguistica. E’ annunciata la presentazione del progetto “The Digital Language Diversity Progect”, da parte di Claudia Soria, del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Linguistica Computazionale A.Zampolli di Pisa, oltre al prototipo “Sintesa”, il primo sintetizzatore vocale del sardo a cura dell’editore Condaghes e dell’Università degli Studi di Cagliari. Gianfranco Fronteddu parlerà del traduttore automatico italiano-sardo, recentemente realizzato con un finanziamento di Google e l’appoggio di un’università catalana. Fabrizio Pedes parlerà di “Scracht in sardo” (un programma di animazione che diverte molto i bambini), Salvatore Serra e Giuseppe Corronca della rivista digitale “Limba Sarda 2.0”, mentre altri relatori si occuperanno della novità dell’anno: la versione ufficiale di Facebook in Limba Sarda Comuna.
Non mancano le proposte di qualità in campo editoriale: il nuovo romanzo in sardo di Giovanni Piga “Sa vida cuada”, le traduzioni in lingua sarda standard del Don Chisciotte (Gianni Muroni) e del romanzo di Grazia Deledda “La madre” (Giagu Ledda). Contributi storici qualificati da parte di Mario Antioco Sanna, Federico Francioni, Francesco Casula, Roberto Lai ed Isabella Tore. Numerose in cartellone sono le testimonianze e le esperienze culturali, didattiche, familiari (educazione bilingue in famiglia), politiche che verranno illustrate nelle due giornate di dibattito. Sarà a disposizione una mostra del libro in sardo ed intrattenimenti per bambini. Bartolomeo Porcheddu illustrerà la sua proposta di una lista elettorale per la lingua sarda: il movimento Sardigna Nostra. In via di definizione le altre presenze politiche. Previste anche una serata musicale, sabato all’anfiteatro, ed alcune performance artistiche, domenica mattina, a cura di Clara Farina, Andrea Andrillo, Arrogalla ed Elio Turno Arthemalle. Tutto libero, tutto gratuito (tranne i pasti) e tutto autofinanziato, senza nessun contributo pubblico. Domenica pomeriggio, si chiuderà con una visita guidata in sardo alla chiesa di Nostra Sennora de Bonacatu, tempio che ospitò nel Medioevo il sogno nazionalista del giudice Barisone di Arborea. «Un messaggio chiaro ad una classe dominante, che insiste a sottovalutare questo ricco fermento culturale-linguistico nonostante sia una risorsa importante per evitare che la Sardegna si riduca a una mera espressione geografica persa nel mare della globalizzazione», concludono gli organizzatori.
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