Antonio Burruni
22 marzo 2007
In una pozza di sangue da due giorni lo salva la polizia
Il quasi novantenne non rispondeva alle telefonate dalla sorella, residente nella penisola. Scattati i soccorsi, gli agenti lo hanno trovato, quasi morto, riverso sul pavimento del bagno
ALGHERO – Da qualche giorno, non riusciva a mettersi in contatto telefonico con l’anziano fratello rimasto a vivere ad Alghero. Lei, ormai da anni trasferita nella penisola, si è comprensibilmente allarmata per questo lungo silenzio, ed ha deciso di chiamare il 113. Anche agli uomini della Polizia la cosa è sembrata subito strana. Dopo aver recuperato una copia delle chiavi di casa da una parente che abita poco fuori città, i militari si dirigono verso via Giovanni XXIII, dove al quinto piano di un'alta palazzina si trova l'abitazione in cui il novantenne vive ormai da solo. La porta è però chiusa dall’interno con un passante di sicurezza. Forzata la serratura i due poliziotti entrano nell'appartamento: una scia di sangue dalla camera da letto li conduce fino al bagno. Temono il peggio. Li, sul pavimento, giace riverso l’anziano, apparentemente senza vita, da due giorni senza cibo ne acqua. Secondo una prima ricostruzione sembrerebbe che, l’uomo, dopo una caduta in camera da letto dovuta presumibilmente ad un malore, abbia iniziato a perdere sangue dal naso poi, recatosi in bagno, abbia perso i sensi. Immediatamente soccorso il nonnino ha infatti emesso dei flebili lamenti. Tempestivo l'intervento degli uomini del 118 che lo hanno trasportato in pericolo di vita al Pronto Soccorso. Da lì è stato poi ricoverato presso il reparto di Medicina dell’Ospedale Civile di Alghero. Ancora una storia di solitudine e abbandono legata agli anziani, che in una società civile e moderna non dovrebbe scegliere certo la silenziosa legge dell'indifferenza ma seguire quella più sana e umana della denuncia e della riflessione.
Nella foto l'Ospedale Civile di Alghero
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