Red
9 settembre 2016
Maxi-sequestro di corallo rosso: 420 chili
Il prodotto sprovvisto degli obbligatori contrassegni per la tracciabilità ed etichettatura è stato intercettato a Civitavecchia a bordo di un furgone imbarcatosi a Olbia
OLBIA - Maxi sequestro di corallo rosso nella giornata di giovedì a Civitavecchia. Sulla base delle fatture fornite dal trasportatore sarebbe stato acquistato all'ingrosso, proveniente in parte anche da paesi extracomunitari ma non è escluso che possa anche trattarsi di prodotto del mare di Sardegna, da Porto Conte, Capo Caccia e Punta Giglio. L'operazione s'inserisce nell'ambito dell'attività di vigilanza portuale svolta dal personale della Guardia Costiera. Proprio in Sardegna, nella rinomata Riviera del Corallo (Alghero), da diversi mesi è in vigore un marchio che tende a tutelare il prezioso prodotto da imitazioni e false commercializzazioni, grazie alla collaborazione tra amministrazione comunale, organi di controllo e artigiani del corallo.
Il furgone a noleggio contenente circa 420 chili di corallium rubrum è stato intercettato in porto, sbarcato da un traghetto di linea proveniente da Olbia. Materiale totalmente sprovvisto dei contrassegni per la tracciabilità ed etichettatura. L'operazione, svoltasi a conclusione di attività di indagine avviata dalla Capitaneria di Porto di Olbia, ha permesso di sequestrare tutto il pescato, sottraendolo alla commercializzazione abusiva, e di irrogare una sanzione amministrativa al trasportatore di 1.500 euro.
Il prodotto sequestrato sarebbe di tipo "grezzo", ovvero non lavorato, il cui prezzo di mercato può raggiungere un valore economico di oltre 100.000 mila euro. Dai documenti di trasporto risultava che il lotto era diretto in Campania per la successiva lavorazione presso un impianto industriale specializzato. Il tempestivo intervento, frutto dell'efficace collaborazione delle Capitanerie di porto di Civitavecchia ed Olbia, ha permesso al personale della Guardia Costiera di tutelare una limitata e preziosa risorsa del mare, evitandone al tempo stesso la sua illecita commercializzazione.
|