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A.B. 29 agosto 2016
Libri: sacro, profano e devozione in Sardegna
Domani, a Nuoro, presentazione di due volumi fotografici. L´argomento, visto attraverso l´obiettivo della fotografa locale Maria Carmela Folchetti
Libri: sacro, profano e devozione in Sardegna

NUORO - “Il sacro e il profano” e “La devozione in Barbagia” sono i due volumi fotografici realizzati della fotografa nuorese Maria Carmela Folchetti, che martedì 30 agosto, alle ore 19.30, a Nuoro, verranno presentati nella Vecchia Chiesa delle Grazie. Oltre all’autrice, è prevista la partecipazione del giornalista Giacomo Mameli, di Domenico Canu e Ciriaco Offeddu. Gli intermezzi musicali saranno a cura dell’Associazione Populos–Tenore Nugoresu”. Un racconto per immagini della parte più intima della cultura popolare sarda, un viaggio nella quotidianità che sfugge alla razionalità, due opere leggere e delicate di un'autrice che conosce profondamente l'Isola, da sempre al bivio tra sacro e profano.

Il primo volume, dal titolo “Sacro e profano in Sardegna”, è in realtà un libro double-face, costituito dai volumi “Il carnevale” ed “I riti della Settimana Santa”. Il secondo, “La devozione in Barbagia”, indaga le feste di San Francesco di Lula, Nostra Signora delle Grazie ed Il Redentore. Il primo, morte e resurrezione dei carnevali sono opportunamente abbinati a quelli della tradizione cristiana. Le tristi sfilate dei Mamutones sfumano nelle processioni meste di una Settimana Santa sempre intensa e partecipata. Folchetti coglie, senza mai oltrepassare il sottile confine della rappresentazione folcloristica e spettacolare, i segni intimi di cerimonie arcaiche. La tensione e la forza primordiale dei carnevali sfuma nella ritualità composta delle processioni. I segni di passaggio dal pagano al religioso sono attentamente rappresentati. Lo sguardo alle feste è sempre attento ed acuto, la sintassi fotografica precisa e sicura. La sapiente padronanza dei piani di messa a fuoco e del mosso controllato rendono dinamica la scena senza pietrificarla, ma lasciandola fluire in “Un’intensa vibrazione di luce”.

Il secondo è un doveroso omaggio al padre Carmelo, con le sue immagini datate 1978. Un simbolico passaggio di testimone per continuare a rappresentare un affresco deleddiano di feste antiche, che costituiscono ancora parte importante delle fondamenta culturali della società barbaricina. I libri, arricchiti dai testi di Amedeo Spagnuolo, Gian Nicola Spanu, Chiara Solinas e Marina Moncelsi, costituiscono un viaggio nell’immaginario visuale di una fotografa attenta alla cultura della sua terra e consentono di vedere la sua evoluzione a partire dalle prime immagini, datate 1986. Appare nitido un percorso artistico e culturale che si evolve dal puro stile documentario verso una ricerca più attenta ai significati profondi di riti ancora vivi e sentiti. Quello di Carmela Folchetti è un viaggio lungo trent’anni alla scoperta delle sue radici (e di quelle dei lettori). La sua fotocamera ferma momenti lontani di devozione sentita e partecipata mostrandoci un mondo che rischia di cedere lentamente il passo al folklore. Solo uno sguardo attento riesce ancora a cogliere i segnali autentici che connotano e distinguono uno spettacolo per turisti da una millenaria rievocazione della nostra storia.

Nella foto: particolari della copertina del libro




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